[…] “Che cosa significa per te il treno?”
“Credo sia una visione laterale della vita, diversa da quella che hai guidando un’auto. E’ la visione di chi, se sbaglia lato, è fregato. Poi – è una frase che dico nello spettacolo La macchina del capo – finito il marciapiede della stazione, il treno è già in periferia, e lì resta fino al marciapiede successivo. Tutti buttano le cose dietro la casa, dove passa il binario: quindi se usi il binario per guardare, vedi il culo di questo Paese, il lato B. a me è sempre piaciuto il treno perché la mia conoscenza del mondo è passata dal treno” […]
Tratto da: “L’attore inquieto” conversazione con Marco paolini, di Fabrizio Ravelli.
E. Il mensile. Giugno 2011
E’ vero!!! Non ci avevo mai pensato, ma, come tutti, anche io ho guardato, con un senso di fuori posto, questi dietro le quinte che ci offre il treno. Come se il fatto di non averle davanti, le cose brutte, rotte e sgarrupate, smettesse di farle esistere anche dietro. Sarà per questo mal riposto senso dell’ordine che il mondo va a rotoli?
"Mi piace""Mi piace"
Come te mi ha sempre incuriosito molto il lato B che si vede dal treno. E’ la parte che rivela di più, credo.
E come te, mi piace pensare e immaginare cosa e chi ci sia dietro quelle mura, quei giardini, quelle imposte. E come si faccia a vivere troppo a ridosso dei nastri d’acciaio che corrono e portano lontano, con i rumori forti e improvvisi, con la polvere sollevata e il vento dei treni in corsa.
Buona settimana
con un sorriso
Ondina
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Ondina. Stupisce pensare che qualcuno ci riesca, a vivere in quelle case dico. Eppure sono sicura che la ferrovia e i suoi rumori diventino abitudine, certo, magari non il luogo ideale, ma è sempre casa
"Mi piace""Mi piace"