Fino a pochi anni fa, nel mio paese di provincia, c’era la stazione, o meglio, c’è ancora, ma allora era in funzione. Vi si fermavano solo quattro treni al giorno, ma se li adattavi ai tuoi orari (o ti adattavi ai loro) potevi pure sfruttarli.
Poi anche quei pochi convogli hanno smesso di fermarsi e la piccola stazione resta lì, se non proprio nell’incuria, di certo inutilizzata.
Così mi tocca percorrere, in auto, qualche chilometro di campagna per raggiungere la città e quel breve viaggio è spesso un’oasi di tranquillità che segna il passaggio dal sonno alla (s)veglia, da casa a lavoro, da prima a dopo.
Un breve tragitto popolato di nebbie autunnali, albe invernali o soli già alti.
E di animali: gatti in agguato in riva ai canali, in cerca della colazione, ma anche fagiani, aironi cinerini e qualche lepre.
Poi mi lascio alle spalle la piccola provincia e arrivo nella Provincia, alla stazione grande, dove anche lì, oggi, ho visto un animale … ho fissato un pellicano per alcuni interminabili e sbigottiti secondi, prima di accorgermi che era soltanto un tubo ritorto, al margine del binario…
Pendolare può essere molto stressante!
Peyote? Salvia divinorum? Mimosa hostilis? Tra le sostanze allucinogene naturali da oggi possiamo aggiungere “tubi ritorti vicini ai binari”. Nome scientifico: Stress pendolantorum.
"Mi piace""Mi piace"