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Questo blog aderisce alla rete virale di Cartaresistente, una rete di autori e lettori creata per condividere idee, progetti, immagini e forme di comunicazione libere di esprimersi.
chi è salito sul treno
Dal 30 novembre 2011:
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Pendolanti aggiornati
Prendeva il treno
Accolgo il suggerimento di Fabio e vi presento Prendeva il treno di Enzo Jannacci dall’album La Milano di Enzo Jannacci, 1964
S’ênn conosciuti a la catena di montaggio:
lei, tutta bianca, che spiccava in quel candor.
Gigi Lamera, ed abitava dietro Baggio,
era il suo nome; ma non era un tipo snob!
“Scusi, signore: per andare alla toeletta?”
“Scusi, signora, ma rispondere non so.”
“Lei, al lavoro come viene?” “In bicicletta…”
“Ma non è fine! La credevo un gran signore…”
Prendeva il treno per non essere da meno;
prendeva il treno per sembrare un gran signor!
E la rivide, dempre in sede di montaggio,
lei tutta fresca, con un fresco cappellin
“Gigi Lamera, si ricorda? Vivo a Baggio…”
“Si, vagamente.. Lei è ciclista o giù di lì”
“Macché ciclista! Prendo il treno dietro a Baggio!”
– ed ostentava un cravatta dell’Upìm-
“Voglia gradire questi fiori come omaggio…”
“Che fiori sono?!?” “Signorina, i hoo fà mi!”
Prendeva il treno per non essere da meno;
ma già deluso da quel grande, assurdo amor!
L’han licenziato, in un bel giorno a fine maggio
che l’han trovato a tagliar fiori int’i lamée;
adesso è ottobre, fa già freddo, ma il coraggio
di dirlo in casa, col perchè, lü ghe l’ha no!
E tun-tun-tun che l’vol savé (………….)
“Gigi, l’è tardi!…” come pure, ogni mattina
lesto si avvia, con la cartella sotto il braccio,
male annodata la cravatta dell’Upim…
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!
Questa voce è stata pubblicata in Il treno in musica e contrassegnata con Enzo Jannacci, Musica di treno. Contrassegna il permalink.
Oh… Questa mi mancava…
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Nel senso che sei un fan di Jannacci e questo brano non lo conoscevi?
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Sì.
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ma è pur vero che sono tanti i brani di Jannacci che mi mancano.
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Grazie per avere accettato il mio consiglio. Devi ammettere che siamo perfettamente sul topic (qualunque cosa significhi). Il pendolare per amore ti mancava.
Non sono le canzoni di Jannacci più conosciute, queste in cui descrive una Milano lontana anni luce dalla Milano da bere, popolata da dropouts indimenticabili come il palo della banda dell’ortica, il barbun che purtava i scarp del tennis, la generosa Veronica o l’Armando, oppure da operai (si, esistevano ) come il Gigi Lamera o la Vincenzina davanti alla fabrica. Non sono le più famose ma nel decennio ’65-’75 ha infilato una serie di personaggi e situazioni veramente strepitosi.
Poi vabbè, non pretendo che tutti siano malati come me e il Grazioli che facciamo a gara a chi ne sa più a memoria…
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Questa canzone mi sembra anacronistica da un lato e terribilmente attuale dall’altro. Oggi chi prende il treno per pendolarismo è uno sfigato, e la bicicletta è un privilegio, ma chissà quanti, in epoca di crisi, sono licenziati e non trovano il coraggio di dirlo a casa. E si, certo, gli operai esistono ancora, ma non sono sicura che possano andare al gabinetto…
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Gli operai esistono ancora ma non ritagliano più i fiori nella lamiera.
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