Per un pendolare cogliere conversazioni altrui è una clausola insita nell’abbonamento del treno. Molto spesso è un tormento, soprattutto quando si cerca di fare altro, (leggere, scrivere, dormire). A volte, tuttavia, può capitare di sonnecchiare a fianco a due donne in vena di confidenze e allora avere un taccuino a portata di penna risulta utile.
Le due oscillano tra i trentacinque e i quaranta e mandano i figli a due scuole materne che, evidentemente, hanno molte cose in comune: la prima sostiene di aver scelto la tal scuola, gestita da suore, proprio perché ha fama di severità e rigore:
“La mia bambina è figlia unica e io e mio marito l’abbiamo cercata per tanto e non siamo molto severi con lei, quindi abbiamo pensato che le servisse una scuola in cui le insegnano la disciplina e il rispetto. Tu pensa che lì, se si leva le scarpe, gliele appendono al muro e deve girare scalza anche in cortile … certo, qualche scappellotto mi ha detto che gli arriva, ma con le suore è meglio non parlarne e poi non le fa mica male … è rispettosa delle regole adesso e fa tutto quello che deve fare, anche se, quando viene a casa, un po’ trasgredisce…”
Ascolto e annoto, ammirata per la metodologia pedagogicamente innovativa; la signorina Rottermaier avrebbe sicuramente da imparare.
La mamma in questione rincara e se non lo avessi ancora capito, rimarca: “Lì usano molto il sistema del bastone e della carota” e conclude: “È un po’ dura ma il lavoro che fai coi figli te lo ritrovi poi”.
Come darle torto?! Il lavoro che gli altri fanno su sua figlia se lo ritroveranno entrambe, ne sono certa, la prima come trauma infantile, la seconda come colpa da espiare. E al diavolo chi sostiene che alla base dell’educazione c’è la famiglia; capisco bene che possa essere assai faticoso per un genitore e quando si ha l’umiltà di ammettere che si è inadeguati è bene delegare ad altri… magari si può anche delegare l’avere figli, dico io, ma forse sono troppo severa.
Attendo speranzosa la risposta dell’amica che prontamente mi delude, rivelandomi di mandare la figlia in una scuola simile: “Pensa che quando escono in cortile c’è una suora in ogni angolo ed è difficile che i bambini lì facciano qualcosa di proprio sbagliato, come succede nelle scuole pubbliche”, poi aggiunge: “Il motto delle suore è: Poche parole, dette a bassa voce, e molti fatti!”
La cosa mi suona vagamente minacciosa e il cortile di Alcatraz, che pure hanno chiuso da un pezzo, mi appare riesumato.
Poi la prima mamma si dice dispiaciuta che non tutti i genitori si adattino facilmente, soprattutto quelli che non l’hanno scelta quella scuola, ma sono stati assegnati d’ufficio per i posti convenzionati col Comune, così capisco che un controllo istituzionale su questo luogo di tortura c’è …
L’arrivo a destinazione non mi permette di scrivere altro, ma mentre mi preparo a scendere, ne sento una dire che pur non lavorando e avendo quindi la possibilità di tenere la figlia con sé, almeno per mezza giornata, ha scelto di farle fare il tempo pieno perché sin da piccoli “si deve imparare il senso di responsabilità e dovere”… l’amica annuisce prima di chiederle se, nel pomeriggio, si sarebbero viste per lo shopping, dopo la piscina.
Stavo per commentare. Ho deciso di fermarmi e tagliarmi le mani.
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Sì, ma che brave madri. I padri sicuramente avranno delegato loro ogni responsabilità, quindi queste povere bambine non hanno nessuno che le possa salvare. La speranza è che con tanta sofferenza esca qualcosa di poetico da quelle due anime cucciole, altrimenti l’umanità intera si ritroverà sul groppone l’ennesima razione di rabbia e cinismo.
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Leggendo queste righe mi viene in mente quando sono a scuola e sento i discorsi delle mamme (normalmente loro perchè i padri quasi sempre sono latitanti) , mi sembra di essere un extraterreste …….. nel tuo caso troppo rigide ( o almeno delegano la rigidità) in altri casi troppo benevole …. bisognerebbe andare a scuola di “genitorialità”, passare un esame e poi vietare la procreazione a chi non viene promosso !!!!!!!!!!!!!!
e poi VIVA lo SHOPPING …. !!!!!!!!!!
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… il problema : chi stabilisce i criteri per la promozione? Molto pericoloso.
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C’è una cosa che mi consola quando sento questo tipo di discorsi: il fatto che i figli prima o poi ti presentano il conto delle cazzate che hai fatto. E generalmente sono assai meno indulgenti delle suorine di ferro. (ma davvero ci sono ancora scuole materne così?)
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… e alle buone suorine, chi presenta il conto? Chi da loro il giusto merito? Ma sarebbe meglio chiedersi chi può dar loro la giusta educazione? perché è meglio evitare i cattivi maestri che punirli
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Mi chiedo cosa faranno queste mamme, tra qualche anno, quando i bimbi andranno a scuola e torneranno a casa con un quattro in matematica: saranno coerenti nella loro severita` oppure (molto piu` probabilmente temo) andranno a lamentarsi dall’insegnante?
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