L’intervista di oggi è dedicata a Ilaria e al suo blog Vita da Pendolare. Leggo i suoi racconti con interesse, forse perchè Ilaria è laureata in psicologia e io cerco l’occhio clinico nel descrivere lo strano mondo dei pendolari. O forse la leggo solo perché è briosa e divertente. A lei la parola.
Quando hai cominciato il tuo blog e perché lo scrivi
Vitadapendolare.it nasce lo scorso gennaio, il primo post è stato pubblicato l’8 Gennaio del 2012. In realtà la mia vita da pendolare era iniziata da più di un anno e ogni giorno raccontavo episodi più o meno divertenti ai miei colleghi. Lavorando in una internet company che vende domini e software per realizzare autonomamente siti web o blog, i miei colleghi mi consigliavano continuamente di registrare il dominio vitadapendolare.it e dare vita ad un blog. Ogni volta che raccontavo qualcosa mi dicevano “Ila ma perché non aprì un blog? Con tutte le cose che ti capitano?”.
Alla fine mi sono decisa e devo dire che sono contenta di averlo fatto. Nelle giornate più pesanti il blog mi aiuta ad “esorcizzare” lo stress!
Se non scrivessi sui pendolari, scriveresti ugualmente? Cosa?
Il lavoro che faccio mi porta ad essere sempre online, tutto ciò che leggo è su internet per cui l’istinto di tenere una rubrica o un blog su un qualsiasi argomento è molto forte. Se non si trattasse di pendolari, probabilmente si tratterebbe di qualcosa che mi circonda, che vivo in prima persona. Potrebbe essere la vita coniugale, la passione per la moda o l’interesse per i rapporti interpersonali in generale.
Perché usi il treno e quanto ci stai?
Uso il treno per spostarmi da Livorno, dove vivo, a Firenze, dove invece lavoro. Lo faccio ormai da Ottobre 2010 e la routine è sempre la stessa. Sveglia all’alba per prendere il treno alle 6:15 circa. L’arrivo a Firenze Santa Maria Novella è previsto per le 7:29, con gli “arrotondamenti” del caso che tutti i pendolari conoscono. Arrotondamenti che sono sempre per eccesso ovviamente, non sia mai un treno arrivasse prima dell’orario previsto! Una volta arrivata alla stazione devo fare solo pochi passi per arrivare in ufficio.
Il ritorno è fissato per le 17:28 con arrivo a Livorno alle 18:50.
La mia fortuna per ora è quella di avere un lavoro che mi permette orari di ingresso e uscita flessibili: arrivo in ufficio prima di tutti (7:45) ed esco prima di tutti (17:15). È ovvio che ogni ritardo mattutino, causa ritardo nel rientro serale.
Come passi il tuo tempo sul treno.
Il viaggio dura circa un’ora e venti/venticinque/trenta minuti e la mattina l’obiettivo è soltanto uno: dormire! Mi aiuta a sentire meno la stanchezza, è una necessità che ho forse più a livello psicologico che fisico.
Al ritorno dipende, se devo finire di fare qualcosa per il lavoro, pur di non prendere il treno successivo mi porto il pc e continuo a fare quello che devo fare. Se invece posso uscire dall’ufficio in tranquillità mi butto di nuovo sul web per qualsiasi ragione! Per cercare informazioni, per andare su FB, per leggere i quotidiani online. In generale, non leggo libri in treno. Se mi sento molto stanca invece, schiaccio un altro pisolino.
Qualsiasi cosa io faccia però, la musica è sempre una costante.
Il pendolare come fonte d’ispirazione: cosa attrae maggiormente la tua attenzione?
Dunque, la mia attenzione viene catturata innanzitutto da tutti quei personaggi particolari, che io definisco strani, nel bene o nel male. Un esempio può essere la ragazza che si asciuga i capelli in mezzo al vagone con il phon (come non notarla!). Ovviamente tutti i disservizi di Trenitalia mi irritano a tal punto che sento il bisogno di renderli pubblici, così come la maleducazione della gente. Per finire ci sono i compagni di viaggio, cioè quelle persone che vedi tutti i giorni e che ti sembra quasi di conoscere. Più di una volta rivedendo qualcuno a passeggio per Livorno ho avvertito l’istinto di salutarlo!
Come il pendolarismo influisce sulla tua vita
Il pendolarismo influisce molto sulla mia vita, durante la settimana gli orari del treno sono ciò che regola e scandisce la mia giornata. Alcune azioni sono ormai standardizzate: preparare i vestiti la sera per il giorno dopo, fare colazione all’arrivo a Firenze e non a casa, altrimenti dovrei svegliarmi troppo presto, fissare tutte le riunioni entro le 17. La vita sociale è quella che ne risente di più. I miei colleghi sono in una città in cui non vivo, per cui è difficile partecipare ad aperitivi o cene. Durante la settimana è difficile incontrare gli amici che vivono a Livorno, perché il solo pensiero della sveglia del mattino dopo non mi fa mettere il naso fuori di casa. Il tempo per fare sport è ridottissimo. Il tempo che passo con mio marito faccio in modo che sia di qualità, ma se fosse un po’ di più non mi dispiacerebbe. Non so come potrei gestire tutto questo con dei figli, ma a questo ci penserò quando sarà il momento! Per fortuna il mio lavoro mi piace e rappresenta una forte motivazione, altrimenti non sarebbe facile sostenere una vita da pendolare! E poi, le situazioni buffe che a volte vivi in treno stemperano un po’ lo stress e ti fanno quasi piacere questo stile di vita.
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Pingback: Interviste pendolanti: è il mio turno! | Vita da Pendolare
Che emozioneeeeeee! Ovviamente ho già condiviso il post nel mio blog! Grazie per l’intervista e per le parole che hai usato per descrivermi! Mi piace che i miei racconti facciano trasparire una persona briosa e divertente.
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Anche per me é emozionante pubblicare queste interviste, condividere un mondo fatto di viaggi che ha tratti comuni ma anche originali. É bello scoprirsi
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Bella intervista, un modo molto carino per conoscere altri blog! Del resto io sono capitata da te seguendo il blog di un’ intervistata;)
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É vero. Anche io navigo spesso seguendi i blog di altri. Il senso é che se qualcuno ti piace segue altri che possono piacerti.
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…..orgogliosa di essere una tua collega!! Complimenti Ila! 🙂
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Pingback: Interviste Pendolanti – Pendolare dal finestrino | Pendolante
Questa ragazza era accanto a me sul firenze-grosseto di stasera. Non ero sicura al 100% fosse la stessa della tua intervista sicché mi sono peritata di chiedere. Ho la memoria di un pesce rosso per le cose importanti ma per il resto…!
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Ma che meraviglia! Mi sento artefice di un incontro. Vi siete parlate? Com’é andata?
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Ma nooo! Non ci posso credere! Purtroppo non abbiamo parlato. Mi avrebbe fatto molto piacere. Se non sbaglio eri accanto a me che leggevi un libro (in francese?) e hai cercato anche di dormire appoggiandoti sul tavolinetto. Ho anche pensato di scrivere un post su di te, perché cercavi di dormire e avevi tutta la mia solidarietà mentre cercavi di trovare una posizione comoda. Spero di non averti disturbato mentre scrivevo al pc.
Stavo scrivendo l’articolo sulla scultura di Dalì che si trova fuori dalla stazione di Santa Maria Novella (wp.me/p2bxIJ-99). Stavo anche smattando perché la connessione internet non era sufficiente per caricare la foto!
Queste coincidenze sono i lati positivi della vita da pendolare. 🙂 Spero di incontrarti di nuovo!
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Se vi incontrate di nuovo fatemelo sapere… Satá sciocco ma questo incontro mi fa davvero piacere
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Non è affatto sciocco! Quando ho letto il commento sono rimasta super sorpresa e felice! L’ho fatto leggere subito a mio marito, nemmeno fossi una celebrità a cui è stato chiesto un autografo! Ahahah! Ti terremo aggiornata semmai dovessimo rivederci.
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Che piccole grandi sorprese certe volte la vita !
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Davvero! Non puoi immaginare che piacere mi ha fatto leggere il tuo commento. Allora nel blog ogni tanto arriva anche qualcuno che non è un parente, amico, collega! 😉 Bè.. stasera mi ritroverai puntuale come tutti i giorni, in viaggio verso Livorno nella seconda carrozza..
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Per me è stato un caso prendere quel treno, pensa che ci sono salita solo perché partiva in ritardo. Purtroppo non ho orari e giorni prestabiliti ma se mi ricapita so dove trovarti!
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Posso chiederti cone hai fatto a riconoscerla? Non c’era una sua foto bel mio post
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Ho sbirciato sul suo computer (non andrebbe fatto, lo so) aveva la pagina di twitter aperta con questo nome, vita da pendolare, che ho associato alla tua intervista. Ho preso solo due particolari, due anelli nell’anulare destro e occhiali da vista forse neri, eravamo proprio accanto e non ci siamo guardate.
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Siiii sono io! Vedi che un ritardo non è sempre negativo! E comuqnue è vero non ci siamo mai gurdate. Purtroppo non sono molto sociale quando sono in treno. Mi limito ad osservare e sentire. La prossima volta ci faremo due chiacchiere 🙂
Pendolante, grazie ancora per l’esperienza che mi stai facendo vivere! E’ una continua iniezione di entusiasmo che mi spinge sempre di più a condividere attraverso il blog.
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Entusiasmo contagioso.
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