Più o meno un mese fa la casa editrice Eris mi ha inviato una mail in cui pubblicizzava il libro:
Angelo Maddalena, Amico treno non ti pago. Perché ho viaggiato senza pagare il biglietto. Illustrato da Irene Cavalchini. Eris, 2011. Collana Atropo narrativa. 141 p. ; € 12,00.
So per certo che l’invito all’acquisto é arrivato anche a Giovanni Senile, autore del blog Il pendolo e forse anche altri blogger pendolari sono stati oggetto di questa mirata operazione di marketing. Comunque sia con me ha sortito i suoi effetti e mi sono fatta spedire il libro, se non altro per potervelo presentare.
É un invito all’illegalitá, ad agire in prima persona, un manifesto politico dell’autore che dal 2002 ha abbandonato l’auto per spostarsi solo con mezzi pubblici, soprattutto in treno, ma senza pagare il biglietto. L’autore sostiene che esigere un prezzo per il trasporto limita la libertá di movimento delle persone, in modo intenzionale, soprattutto considerando che dai guadagni della vendita si copre una percentuale bassissima delle spese di Trenitalia, sovvenzionate quasi interamente da Stato e Regioni.
Il libro racconta dei viaggi, degli incontri con altri viaggiatori, degli scontri con i Capo Treno e la Polfer, ma anche di manifestazioni solidali coi ferrovieri licenziati, delle analoghe iniziative oltralpe. Un libro politico. A voi poi condividerne o meno i contenuti.
Dagli appunti da cui è scaturito questo libro, è nata anche l’omonima narrazione teatrale.
mi incuriosisce… lo leggerò 🙂
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Secondo queste premesse, l’acquisto del libro potrebbe inibire la mia libertà di lettrice 😉 fortuna che mi sento uno spirito libero…
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Sui libri farei un discorso a parte. Quando si fece la proposta, anni fa, di mettere una tariffa sui prestiti in biblioteca, ci fu una giusta sollevazione dei bibliotecari. Io fui tra quelli
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Che strano libro! Mi ha fatto sorridere il commento della nostra Stravagaria, sempre arguta…
Buona serata!
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Io ho trovato interessante leggere le reazioni dei controllori quando l’autore spiega loro la sua protesta con tanto di volantino a seguito. Alcuni si sono mostrati solidali.
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In effetti se si segue la logica del libro la si puó applicare a diversi contesti
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Mah. Già lo spam via mail mi ha un po’ infastidito. Il libro non l’ho letto quindi non so come argomenta e che modalità usa. Ma non amo molto quelli che “non pagano per protesta”: o lo fai apertamente (obiezione fiscale; cioé appena sali sul treno lo vai a dire al controllore) o è un modo molto utilitaristico di protestare.
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Il commento al libro è che, effettivamente, è fastidioso. Il tono assertivo, i modi fugaci (non solo non si presenta al controllore, ma lo sfugge), un certo moralismo contro l’atteggiamento “borghese” di pagare il biglietto… Sono stata sul punto di abbandonarlo più di una volta e solo per potere scrivere questo post ho desistito. Ma poi, alcune notizia interessanti le ho trovate, quindi sono contenta di averlo letto. E l’ho anche pagato.
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grazie intanto per l’attenzione prestata al libro, spero di incontrarvi su un treno o in un lugo dove poter raccontare e raccontarci, adesso provo a spedire questo commento, ma non so se riesco prima ho provato in un altro blog ed era bloccato, cioè dovevo scrivere un URL che non so manco cosa sia, A.
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bene, visto che sono riuscito a spedirlo, provo a dire altre cose: è vero, il mio libro è morto prima di nascere, ma non perchè non ha una forza, ma perchè non esiste più una vitalità diffusa e collettiva che c’era una volta, e la cosa più triste e che è un rischio al quale mi espongo, forse perchè ci dovrebbe essere un breve saggio per contestualizzare il libro, benché la prefazione di Ivan Cicconi renda un pò di giustizia al contesto mancante, ma chi vuole può chiedermi un breve saggio che ho scritto per integrare il libro ma che la casa editrice ha reputato troppo “saggistico”, in realtà la questione è che negli ultimi trent’anni c’è stata una perdita di valori e soprattutto di memoria storica, paradossalmente trent’anni fa questo libro o sarebbe stato unod ei tanti che raccontavano gesti simili o si sarebbe inserito in un contesto collettivo di rivendicazione e di autoriduzioni popolari, di cui già accenno in alcune pagine del libro, a presto, Angelo
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Pubblico volentieri il tuo commento che era solo in attesa di moderazione. Sono convinta che la tua iniziativa avrebbe avuto più seguaci in un altro momento storico, quando la contestazione era più attiva. Personalmento credo vi siano molti motivi per lamentarsi dei disservizi e dei prezzi troppo alti, considerando poi che Trenitalia ha finanziamenti statali, ma credo anche che un giusto prezzo si potrebbe e dovrebbe pagare.
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Lui non paga il biglietto. Perché noi dovremmo pagare il libro ? Scarichiamolo gratis. Anzi scarichiamo l’autore che oltre a non pagare il biglietto ci vuole guadagnare. L’idea del treno gratis per tutti non é male, peccato che il treno poi lo deve pagare anche chi va in macchina. E d’inverno diventa casa dell’accoglienza. No grazie. Non intendo leggere, tantomeno comprare questo libro.
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Fortunatamente nessuno ci obbliga a comprare o leggere questo libro. Il treno gratis non mi dispiacerebbe e magari sarebbe un incentivo ad abbandonare la macchina, oppure una giustificazione ai disservizi
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