Outing

[Racconto non pendolare]

BUTT02-900x900La notte berlinese è calda d’estate. Tre turisti vagabondi s’inoltrano in strade scelte a caso, per la folla, l’architettura, o la desolazione. Sono giorni che non si danno tregua per ottimizzare la scarsa settimana di vacanza; poche ore di sonno nel B&B di una coppia invisibile che li lascia soli in casa, in quella camera con un unico armadio, pieno di mutande ammucchiate, forse doni degli ospiti precedenti, forse mania dei padroni di casa. Ci hanno riso a lungo e per anni racconteranno quella bizzarria agli amici.

Si avvicina la mezzanotte, la strada curva nella luce di un locale affollato dentro e fuori di personaggi usciti dalla cinematografia di genere: motociclisti foderati di pelle, a petto nudo, borchiati, baffuti, glabri, pelosi. Omaggio ai Village People, manca solo l’indiano. Luca per poco non sviene. Intimorito quanto eccitato, lancia uno sguardo supplichevole alle amiche che volentieri s’inoltrano in quel mondo di corpi, complici e solidali, sapendo che senza loro Luca non entrerebbe e disposte a tornarsene a casa sole, nel caso. Anzi, quasi ci sperano che mica è facile essere gay in una cittadina di provincia e Berlino può offrire occasioni.

Il caos è assordante, la ressa opprimente, l’odore di birra e umanità ubriaca più della musica anni Ottanta che sparano le casse.  Dieci minuti e Luca é già sparito. Laura e Monica si servono al bancone e il fatto di essere le uniche donne del locale non le turba più di tanto; non è la prima volta che accompagnano l’amico. Unico inconveniente è che lui sarà l’unico a trovare compagnia. Pazienza.

Stanno per uscire quando Laura tira l’amica verso una tenda sul fondo del locale dietro la quale avventori spariscono e riemergono. Il buio è quasi totale, l’aria soffocante, la musica lascia spazio al silenzio di voci, ma basta abituare l’orecchio per sentire sussurri, frusci, gemiti. Le Dark room sono quasi estinte, ma il locale è un inno agli anni Ottanta. Mica è il posto per loro quello. Monica sta per uscire quando perde la presa dell’amica e la prima di tante mani la afferra senza troppa cortesia. Un corpo estraneo le si struscia addosso con intenzione, sempre che non tenga una bottiglia in tasca, ma a lei mancano i giusti attributi e quello più che lasciarla andare la lancia con disgusto in mezzo ad altre mani, a corpi soli, a coppie, a gruppi. Monica non sa più dov’è l’uscita, ma ha ben chiaro quello che sta toccando e che la tocca e l’iniziale noncuranza si trasforma in una leggera inquietudine, poi in eccitazione. L’indifferenza che le mostrano quegli uomini non corrisponde necessariamente alla sua. Inutile tentare di trovare l’amica, deve uscire da sola, ma ancora viene spinta verso la parete e stavolta chi la fruga non lascia andare, nemmeno quando scopre che i suoi pettorali non sono poi così virili, anzi la perquisizione si fa più attenta. Senza troppo pensarci, Monica sta per cedere alle lusinghe, ma una valanga umana la travolge e nel cadere strappa la catenina dal collo del suo palpeggiatore che sparisce nel mucchio di corpi che si schiacciano.

Ansimando, non solo per la fatica, Monica si trova finalmente fuori dalla sala e poi dal locale. Respira l’aria estiva che ora sembra incredibilmente fresca. Arruffata e scossa sta fissando incredula la catenina che le è rimasta tra le mani quando, finalmente, ricompare Laura che con un lampo di malizia negli occhi si riprende la collana ringraziandola per averla ritrovata.

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Questo racconto partecipa all’EDS (Esercizi Di Scrittura) Toccami – EDS sensuale del tatto lontano (I 5 Sensi) de La donna Camel, con anche:

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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17 risposte a Outing

  1. stravagaria ha detto:

    Sono andata a curiosare…l’iniziativa è interessante. E soprattutto complimenti per il tuo racconto:) è stato un piacere leggerti.

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  2. Melusina ha detto:

    Forma ineccepibile, soprattutto nel trasmettere le torbide sensazioni della calca. Il contenuto vorrei poter dire che è sorprendente, ma conoscendoti e ammirandoti sarebbe sorprendente se non lo fosse.

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  3. cielo ha detto:

    Berlino è una citta cosi. Vhe non riconosce il sesso ma l anima delle persone. Ecco milano berlino deve eesser eun bel viaggio in treno

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  4. andrea ha detto:

    Ciao, c’è un piccolo premio per te da parte nostra! 😉
    Lo so che non è un blog di cucina, ma ti apprezziamo! ciao!
    E’ qui http://raccontidicucina.wordpress.com/2013/03/26/premio-the-versatile-blogger/

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  5. Giovanni Senile ha detto:

    Urca, hai talento. E’ un filone che dovresti approfondire: sembra redditizio. Non so, le cinquanta sfumature del treno… 🙂

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  6. lillina ha detto:

    Wow, brava ero con te in quella calca

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  7. Dario ha detto:

    Condotto con leggerezza. Un viaggio tranquillo, ma non banale 🙂

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    • Pendolante ha detto:

      Mi piace constatare come sia diverso il punto di vista delle persone. Qualcuno si é stupito del tono troppo spinto del racconto mentre tu parli di viaggio tranquillo. Da parte mia mi sono trattenuta nello spingermi in descrizioni… Magari un giorno pubblucherò la versione integrale 😉

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  8. Pingback: Cantando nella luce | MaiMaturo

  9. rodixidor ha detto:

    E Cenerentola calzò la scarpetta perduta.

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