L’autore del blog Villaggiolocale; un collezionista di personaggi. Perché, come recita la sua tagline: Ci sono più storie su un treno locale, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia. Eccovi la sua intervista.
Come nasce il tuo blog?
Il blog nasce dalla voglia di raccontare storie e personaggi che incontro, parto dalla realtà e arricchisco la mia fantasia. Per passione e lavoro, seguo il teatro e il cinema e bazzico queste forme di scrittura, alla base delle quali, credo, ci debba essere sempre la verità. Zavattini sosteneva che lui e De Sica scoprivano i soggetti dei loro film prendendo il tram. Ecco, io uso il treno per viaggiare e per cercare soggetti. Il blog viene dopo, dalla voglia di condividere alcune di queste storie e alcuni personaggi che mi passano accanto.
Perché e come prendi il treno?
Prendo il treno per raggiungere, più o meno ogni giorno, un piccolo ufficio che ho a Firenze.
Come passi il tempo sul treno?
Quando le condizioni te lo permettano, il treno è uno dei luoghi ideali per leggere.
Qual è Il miglior libro da treno?
Un libro che è così bello che ti “impedisce” di ascoltare tutti quelli che telefonano nel tuo vagone.
Cosa attrae maggiormente la tua attenzione negli altri pendolari/viaggiatori?
Il loro aspetto, la loro voce, le loro storie. Anche quello che fanno, i libri che leggono, i giornali che leggono. Magari non ce ne rendiamo conto, ma tutti riveliamo molto di noi quando saliamo in treno.
Se non scrivessi di pendolarismo, scriveresti ugualmente?
Non direi che scrivo di pendolarismo. Diciamo che il treno per me è un microcosmo molto rappresentativo della nostra società. Nelle storie che racconto nel blog influiscono tutti i problemi veri e gravi che hanno ogni giorno i pendolari e quindi mi capita spesso di scrivere vicende in cui questi problemi hanno una parte importante. Anche in cose che scrivo e non pubblico sul blog perché sono interessanti solo per me… Che ne so, avevo buttato giù un racconto in cui i passeggeri cominciavano a far discorsi deliranti perché era cominciato il caldo e Trenitalia continuava a tenere il riscaldamento acceso: problema vero e pendolare, racconto assolutamente surreale. Quindi certo, scriverei ugualmente, diciamo che la vita pendolare offre un bel po’ di spunti. Zavattini insegna.
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