L’intervista di oggi arriva direttamente dai tetti di Parigi. Scrive di pendolarismo, ma non solo, l’autrice del blog Vue sur les toits.
Da dove viene il tuo nickname?
Il mio nickname è un tributo alla città e al paesaggio del mio cuore: in francese “vue sur les toits” significa, infatti, “vista sui tetti”, i tetti di Parigi. Parigi e i suoi tetti hanno abitato per tanto tempo la mia fantasia e caratterizzato poi un periodo della mia vita. Un periodo in cui non perdevo mai l’occasione per camminare con il naso all’insù, ammirando tutto con stupore. Oppure cercavo rifugio su qualche terrazza e mi godevo il panorama…
Come nasce il tuo Blog?
Da un grande amore per le parole, le letture, la scrittura…e il web. Dalla voglia di condividere granelli di vita, sogni, pensieri. E di raccoglierne altrettanti.
Perché e come prendi il treno?
Prendo il treno ogni giorno, per andare al lavoro. Assonnata, un po’ stressata, arrivo al binario sempre con largo anticipo. Sì, faccio parte di quella categoria di persone che piuttosto di rischiare di “perdere il treno” restano in attesa al binario per una buona mezz’ora 😉
Come passi il tempo sul treno?
Nei modi più vari: leggo, ascolto musica o podcast, osservo gli altri passeggeri, chiacchiero con tanti “colleghi pendolari”. Molto spesso la mattina dormo! Ogni tanto scrivo qualche post sul mio blog.
Qual è Il miglior libro da treno?
Quello che ti fa estraniare completamente dal contesto circostante e volare con la fantasia. Ultimamente mi è piaciuto molto “Lucy” di Cristina Comencini.
Cosa attrae maggiormente la tua attenzione negli altri pendolari?
Mi fanno sorridere gli abitudinari: quelli che si piazzano sempre nello stesso punto del binario, sgomitano ogni mattina per lo stesso posto, risalgono tutte le carrozze a piedi fino alla prima per essere tra i primi a scendere e correre per Milano Centrale. La dura legge del cartellino da timbrare!
Come influisce il pendolarismo sulla tua vita?
A volte sono stanca di questa vita. Il più delle volte, invece, sono contenta di queste due ore di decompressione, in cui resto come sospesa in un limbo tra casa e lavoro, dove ci sono solo io, i miei pensieri e Trenitalia che si scusa per il disagio.
Se non scrivessi di pendolari, scriveresti ugualmente?
Assolutamente sì. Scriverò fino a quando avrò vita da raccontare.
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Bello questo blog, grazie per la segnalazione 🙂
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Un ringraziamento alla blogger Pendolante che mi ha chiesto di partecipare alle sue “Interviste Pendolanti”! Un’idea originale e un bel blog, vale la pena passare a dare uno sguardo 😉
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