La calura era insopportabile anche con l’aria condizionata funzionante e il viaggio sembrava troppo lungo ancora da affrontare. Unico refrigerio il modesto spostamento d’aria provocato dallo sventolio del biglietto ferroviario. Viaggiavo in un vagone semi-vuoto, gli occhi chiusi per concentrarmi su quell’alito d’aria calda, le gambe aperte a non far toccare le cosce. La distanza tra le numerose stazioni locali era insopportabilmente breve e il treno fermava troppo spesso per godere almeno del rollio del viaggio. Nessuno scendeva, nessuno saliva. Solo uno spossato e sudato capo treno. All’ennesima partenza mi addormentai per svegliarmi non so quanto dopo, destata da un cambiamento lieve ma sufficiente: il sedile vuoto davanti me si era, senza sorpresa, popolato di una figura appena ammiccante, quasi sorridente. Un disagio conosciuto e confortante mi fece richiudere gli occhi e i successivi dieci minuti li passai a sbirciare tra le palpebre la sua presenza. Poi mi abbandonai all’insistenza di quella smorfia e mi sveglia definitivamente. Non una parola ci scambiammo, non un saluto, eppure condividemmo una bolla di afosa esistenza sospesa a bordo di un treno. Guardarci non ci turbava, i nostri spazi non potevano essere meno privati, più condivisi. Gocce di sudore colavano dal viso fino alla scollatura, la mia e la sua, respiri profondi a ricercare aria i nostri, gambe abbandonate incapaci di compostezza. Solo una mano per ciascuna si muoveva ad agitare improvvisati ventagli da cui entrambe, caparbiamente, tentavamo di trarre giovamento. Scese alla fermata prima della mia e mi lasciò da sola, incapace di risvegliarmi da quella indecente simbiosi.
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Questo racconto partecipa all’EDS (Esercizi DI Scrittura) della esigentissima La Donna Camel: Il sesto senso, con:
- Incanto, di Dario
- Serenissima, di Melusina
- C’era quella cosa, di Melusina
- Io, l’amministratore e la signora grassa, di Hombre
- Mercoledì, di Pensieri a metà
- Io non c’entro, di La donna camel
Il dono di Maimaturo
Mi ha incuriosito il tuo riferimento all’esigentissima blogger che ha promosso l’EDS e sono andata a vedere le regole. Credo che quando ci dicono di non usare una certa parola, proprio quella continui a riproporsi nel nostro cervello…
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Guarda, non fosse stato che me lo sono ricordato quando l’avevo già scritto, avrei riempito il racconto di “che”, senza sapere come farne a meno, giusto perché mi era proibito
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Una storia evanescente e sensuale, sono esigentissima ma tu sai come soddisfarmi 🙂
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🙂
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concordo pienamente. sono soddisfattissima. splendido.
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Grazie Ginevra
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Un racconto perfetto, sembra di esserci su quel vagone, brava!
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Meglio leggerlo che esserci. Possono davvero diventare incandescenti i treni in estate
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Pingback: Mercoledì
L’atmosfera è così dettagliata e precisa che mi sembra di essere lì, ma è l’una meno dieci di notte, ho appena fatto una doccia fredda e sentirsi lì non è affatto un bene, ehehe!
Complimenti!
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No, in effetti è molto meglio la doccia fredda che il vagone infuocato 🙂
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Prenoto un biglietto….ma vale per qualsiasi tratta quell’effetto?
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Confesserò che in quelle situazioni, il treno vuoto, la solitudine, una meta giustamente lunga, può essere piacevole
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Complimenti per il tuo blog!!!
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Grazie!
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da due settimane, e ancora fino a fine mese, pendolo anch’io… concordo “Meglio leggerlo che esserci” 🙂
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Benvenuto nel mondo di Trenitalia 😉
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“indecente simbiosi” è un suggello notevolissimo. Per me hai reso ottimamente un concetto indefinibile come l’in-definizione, che in fondo è fatta solo di atmosfere. Che brava che sei!
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Cara, detto da te vale molto di più
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Pingback: Gli obliterati: Il viaggio | Pendolante
Capperi è difficile non scrivere una parola … è proprio quella che poi ti salta in testa!
Il racconto mi è piaciuto molto, brava. 🙂
Un abbraccio da Affy
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Posso intuirla la tua parola e forse l’ambiguità era voluta 🙂
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Ciao ^^
Complimenti per il racconto! Riesci a trasportare il lettore su quel vagone e purtroppo anche nelle pessime condizioni che quel viaggio comporta!
Davvero complimenti ^^
Leggerò con piacere altre tue storie 🙂
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Grazie Alice. Lieta che ti sia piaciuto. Benvenuta
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Ti faccio i complimenti per il racconto. Riesci a trascinare dolcemente il lettore nella location e riesci davvero a comunicare quello che vuoi dire.
Già che passo di qua approfitto per lasciarti il link della mia categoria principale e ti invito a dare una letta a tempo perso a qualche mia storia. Ogni commento e recensione, cattiva o positiva è sempre ben accetta.
https://afreeword.wordpress.com/category/5-words-for-one-story/
Scrivo una storia a settimana partendo da 5 parole che uno sconosciuto mi da.
Ti aspetto nel mio blog e intanto ti lascio il follow visto che sono sicuro troverò piacere a leggerti anche in futuro
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Grazie Luky. Verrò senz’altro a trovarti
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Grazie a te 🙂
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Bello! Potente e sensuale.
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Grazie Lisa 🙂
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Mi è venuto caldo a leggerlo! Non potevi postarlo in inverno?
Ciao 🙂
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He he. Fuori stagione
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