Con l’ultima domenica di agosto si chiude lo spazio dedicato alle filastrocche di Gianni Rodari. Non ne ho trovate altre sui treni, ma vorrei concludere con I viaggi di Giovannino Perdigiorno. Non potendo trascriverli tutti, presento solo gli incipit, perché Giovannino non lesina certo sui mezzi di locomozione e visita mondi davvero speciali, sebbene in ognuno trovi qualcosa che non lo convince: gli uomini di zucchero non hanno sale in zucca, quelli di ghiaccio non hanno cuore, sul pianeta fanciullo i bambini hanno troppa paura di crescere e nel mondo degli uomini a vento tutti vanno nella stessa direzione…
Per chi non conoscesse queste filastrocche, consiglio di leggerle per intero e di farle leggere a figli e nonni; ne esistono diverse edizioni.
Giovannino Perdigiorno viaggiando in elicottero, arrivò nel paese degli uomini di zucchero … Giovannino Perdigiorno, viaggiando in accelerato, capitò senza sospetto sul pianeta di cioccolato … Giovannino Perdigiorno, viaggiando in carrozzone, capitò nel paese degli uomini di sapone … Giovannino Perdigiorno. Viaggando a casaccio, capitò nel paese degli uomini di ghiaccio … Giovannino Perdigiorno, viaggiando in cavallo a dondolo, capitò nel paese più elastico del mondo … Giovannino Perdigiorno, con tempo piovoso sbarcò da un’astronave sul pineta nuvoloso … Giovannino perdigiorno, viaggiando in supersonico capitò nella capitale del pianeta malinconico … Giovannino Perdigiorno viaggiando per trastullo; capitò con sorpresa sul pianeta fanciullo … Giovannino Perdigiorno, viaggiando in su e in giù, capitò nel paese degli uomini più. … Giovannino Perdigiorno viaggiando sempre in quarta, capitò nel paese degli uomini di carta. … Giovannino perdigiorno, viaggiando col suo sacco, capitò nel paese degli uomini di tabacco … Giovannino Perdigiorno tra Salamnca e Saronno, capitò dormicchiando nel paese senza sonno … Giovannino Perdigiorno, viaggiando in bastimento capitò nel paese degli uomini a vento … Giovannino Perdigiorno, viaggiando da qui a lì, capitò per combinazione nel paese dei “ni”. … Giovannino Perdigiorno Ha perso il tram di mezzogiorno Ha perso la voce, l’appetito, ha perso la voglia di alzare un dito, ha perso il turno, ha perso la quota, ha perso la testa (ma tanto era vuota), ha perso le staffe, ha perso l’ombrello, ha perso la chiave del cancello, ha perso la foglia, ha perso la via: tutto è perduto fuorché l’allegria.
Mi ricordavo solo l’ultima. Questi viaggi credo di non averli mai letti neppure quando ero bambina, saranno sfuggiti alla ricerca attenta di mia mamma che adorava Rodari. 😉
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Leggili, se riesci. Ne vale la pena
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