Interviste Pendolanti: Distributore di Sclero

scleromaticScler’O’Matic scrive di treni, ma non solo, scrive di libri, ma non solo, scrive di chi acquista libri, ma non solo. Scler’O’Matic è venditore di parole, prima le sue, poi quelle degli altri, ma per questa intervista è stato così gentile da regalarmele.

Da dove viene il tuo nickname?

Il nome deriva da una sorta di gioco di parole tra lo sclero, il perdere la testa, l’impazzire o andare fuori e i vecchi elettrodomestici americani dove tutto era o’matic, quindi una sorta di distributore di sclero. Sarebbe poi da scoprire se lo sclero lo distribuisco io o ne sono un fruitore, come come sono un fruitore dei distributori automatici di Torino Porta Nuova (al mio binario non funzionava mai il tasto 21…). Cominciando a scrivere di treni, pendolarismo e delle cose assurde che capitano in una libreria mi sembrava un nickname e un titolo di un blog perfetto.

Come nasce il tuo blog?

Era molto tempo che non scrivevo e avevo intenzione di ricominciare a fare “un po’ di esercizio”. Teoricamente nasco come giornalista pubblicista, scrivevo per una testata che si occupava di serie tv, poi sono passato a fare il commesso in una libreria abbandonando per un po’ la direzione originaria. Quando la voglia è tornata insieme a qualche idea in cantiere ancora da realizzare, ho pensato di essere un po’ arrugginito… Nel frattempo gli amici ridevano delle storielle sui viaggi in treno e sui clienti della libreria sino al fatidico: “Ma perché non fai un blog?” Al centesimo che l’ha detto ho regalato una bambolina e ho aperto il blog.

Perché e come prendi il treno?

Purtroppo prendevo… La crisi del Duemilacredici ha colpito anche me e dal 15 ottobre sono disoccupato… Io vivo ad Alessandria e la destinazione era Torino dove lavoravo appunto in libreria, il tutto in attesa di cercare casa nella “Capitale della Calabria” come disse una volta un tizio in treno a fianco a me parlando dei suoi parenti disse: “ormai ne ho più a Torino che a casa giù!”. Il “come” prendo il treno… credo come tutti, con la speranza che la carrozza non sia troppo fredda o calda, troppo sporca, di non avere un pazzo furioso a fianco (oppure sì per poterne scrivere) e che il treno non sia (troppo) in ritardo. Speranza nel 99% dei casi mal riposta…

Come passi il tempo sul treno?

Inizialmente leggevo, poi cominciando a conoscere un po’ di gente le chiacchiere hanno preso il sopravvento. A Villanova d’Asti saliva un folto gruppo di pazzoidi con cui condividevo ogni giorno e mi hanno permesso di rimanere sano di mente in tutto questo tempo. Li sento ancora adesso, soprattutto perché purtroppo hanno rivoluzionato completamente gli orari sulla linea (tra treni metropolitani e regionali) costringendoli addirittura a cambiare stazione di arrivo! Stanno cercando a fare un po’ di lotta, da tempo hanno formato un gruppo chiamato Comitato dei Poveri Pendolari (a cui sono ovviamente iscritto) e spero che riescano a risolvere qualcosa.

Se leggi, qual è Il miglior libro da treno?

Non ho un titolo specifico, posso dirti che in treno preferisco i racconti. Mi piace l’idea di riuscire a finirli in una tratta, di non lasciare nulla in sospeso. D’altra parte i libri più “pesanti” e lunghi li ho letti proprio in treno, quindi il discorso vale fino ad un certo punto… I libri migliori sono però quelli da comodino, si appoggiano lì e ti aspettano, si fanno leggere se ne hai voglia o ti aspettano anche sotto un dito di polvere. Sono molto più stilosi perché non tutti sgualciti come quelli da treno che dalla loro invece hanno molte più storie da raccontare. Di qualunque libro si tratti è comunque di carta, sarà la deformazione professionale da libraio ma sono abbastanza allergico ai vari pad, kindle, eccetera…

Cosa attrae maggiormente la tua attenzione negli altri pendolari/viaggiatori?

Credo le piccole abitudini che diventano quasi manie. Ci sarebbero milioni di piccole cose da scrivere su ognuno di noi, poi c’è chi non si scollega mai dalle sue cuffie, chi passa il tempo a giocare col Nintendo DS insultando ad alta voce il mostro di turno che non riesce a battere, c’è il politico della regione che parla sempre ad alta voce al telefono parlando male e facendo gossip su mezzo Consiglio Regionale… Una volta ho trovato un tizio che teneva il posto al suo amico immaginario e disinfettava il sedile benedicendolo con un rametto di ulivo…

Come influisce il pendolarismo/viaggio in treno sulla tua vita?

Se fossi una per sona seria risponderei che influisce sul mio ciclo circadiano abbondantemente! Non essendolo… beh… sicuramente ha un suo peso notevole occupando e tenendomi fuori casa ben più delle ore lavorative. Circa tre ore della mia vita sono/erano dedicate a pendolare, se non trovi una “chiave”, insomma se non trovi qualcosa da fare per tenere acceso il cervello diventi come molti un bovino che si fa trasportare su un carro bestiame. Quindi leggere, scrivere, ascoltare musica, penso siano cose fondamentali per rimanere “acceso”. Tre ore sono tante e si possono fare un mucchio di cose! A volte avendo anche il difetto di dire che suono la chitarra, mixo anche registrazioni della band con gente intorno che mi vede spostare quadratini colorati sullo schermo e quando arriva a casa probabilmente scrive di me su qualche blog.

Se non scrivessi di pendolarismo, scriveresti ugualmente?

Credo che sia una di quelle cose di cui uno non riesce a fare a meno, mi trovo a prendere appunti su qualunque cosa, dal tecnologicissimo telefono al pezzo di tovagliolo con matita sbeccata, una sorta di droga… Da una parte le collaborazioni giornalistiche, dall’altra le storie del blog che sono spaccati di vita personale,ma in cui molti, penso, si possano ritrovare. Ogni tanto qualche racconto sparso qua e là ma nulla di più, ogni volta che decido di farne qualcosa mi tornano alla mente tutti i clienti che nel corso degli anni sono venuti a portarmi i loro manoscritti, a recitarmi le loro poesie (senza mai comprare nulla ovviamente) e penso che ci sia fin troppa gente che scrive… Vedere la risposta dei vari post del blog invece mi da ottimismo e mi spinge a fare di più, chissà un giorno magari…

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Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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19 risposte a Interviste Pendolanti: Distributore di Sclero

  1. lupus.sine.fabula ha detto:

    Bellissima intervista… Mentre leggevo mi sono resa conto di quanto mi manca il treno (o il bus, ho fatto praticamente decenni, tutti i giorni, a osservare…).
    La macchina ti velocizza e ti rende comode le cose, ma perdi il gusto del viaggio… Quasi quasi una domenica mi faccio un giro in carrozza… tanto per respirare i vecchi odori… Quasi quasi mi emoziono…

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  2. scleromatic ha detto:

    Grazie cara! Mi è quasi sembrato di essere una persona seria a rileggermi!

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