Capelli fucsia colorati. Con un evidenziatore fosforescente pare. La ragazza aspetta sul marciapiede. Niente pensilina per la fermata dell’autobus. Alle spalle il palazzo d’una decina di piani, abitato da famiglie un tempo contadine o un tempo magrebine. Il recente restauro non ha restituito all’edificio nessuna bellezza. Non l’ha mai avuta. La ragazza, indifferente ai propri capelli, ha l’espressione banale di chi aspetta la routine: autobus, scuola, compiti, noia.
La signora condivide il marciapiede, la fermata, il palazzo, la noia. La signora non è indifferente ai capelli della ragazza. Sta a tre passi di una distanza voluta, ostentata, dichiarata da un corpo inclinato dal lato opposto, da uno sguardo ipnotizzato dal fucsia, da un’espressione che disapprova, da un capo che si scuote leggermente senza scrollare certezze fossilizzate da anni.
La ragazza non bada a distanze, espressioni, sguardi. Non bada e non vede. Aspetta.
L’anziana esce dal portone del palazzo. Stringe il bavero del suo cappotto verde lasciato aperto dalla fretta. Dimessa eleganza sgualcita quel cappotto. Un poco prezzo dignitoso. L’anziana passetta con pantofole verso la fermata. Il vento freddo scompiglia capelli bianchi reduci dalla notte. Raggiunto il marciapiede il verde del cappotto si apre a mostrare una vestaglia, un sacchetto di carta unto di merenda. L’anziana la chiama, la ragazza si volta. Si volta la signora. Il sacchetto passa di mano, la ragazza sorride. L’anziana si bea d’un bacio lieve sulla guancia, ritorna sui suoi passi, scompare nel palazzo. Il sacchetto unto di merenda sparisce nello zaino della ragazza sorridente. Poi torna la noia. La signora accorcia le distanze, si raddrizza, smette di guardare il fucsia dei capelli nel ricordo del verde del cappotto.
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Questo racconto partecipa all’EDS verde, della multicolore La Donna Camel che stavolta è stata clementee nel dettare le regole (ma so che la pagheremo nei prossimi EDS):
– contenga qualcosa di verde
– tralasci di dire o spiegare nel dettaglio un mondo o una piccola cosa
Hanno partecipato anche:
Angela con Opera numero 1
Azzeccagarbugli con La sciarpa
Melusina con Un mare d’erba e Telefono casa
Hombre con O’ nipote mascalzone
La Donna Camel con A proposito della Prinz verde (in macchina con Beppe Grillo)
Lillina con Fili spezzati
Calikanto con Onda verde
Dario con Consigli
Gabriele con Due distinti signori in completo elegante
Il Pendolo con L’ego di Dio
Gordon con Il primo viaggio insieme
Melusina con Kate G.
Singlemama con La scatola verde
Resto sempre ammirata dalla tua bravura nel ritagliare istantanee credibili assecondando le regole imposte dall’esercizio.
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Da quando scrivo gli EDS ho scoperto che le regole che ci da La Donna Camel, sono più uno stimolo che una limitazione. Scrivo questo per nascondere il mio gongolare al tuo commento 🙂
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Ma no…gongola gongola! 😀
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Beh, che gioiellino. La perfezione di un flash urbano fatto di piccoli dettagli visivi e psicologici. Direi struggente, nell’evanescenza dello smog mattutino di una qualsiasi città , di alcune qualsiasi vite.
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Un flash rubato durante la pedalata verso il lavoro. Era lì e l’ho preso… Grazie Melusina
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Una fotografia in movimento grazie a singoli scatti.
E quella malinconia che corre lungo il filo di un incontro. Si sposta sul vestito, sui capelli. Sul sacchetto unto, sulla anzianza.
Tocco di vento leggero.
Ascolto in cuffia : Glasgow love theme di Craig Armstrong.
Direi che è assolutamente cucita per quel cappotto sbiadito.
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In casa mia si montano spesso filmati con fotografie. Gli scatti in successione creano storie. Credo mi sia lasciata condizionare inconsapevolmente. Appena posso vado a mettere le cuffie
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Fai centro nel cuore
Poche righe taaaaante cose
Come dice qualcuno less is more….
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Tante cose si nascondono in atteggiamenti e sguardi e a me piace scovarle. Grazie Angela
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Pingback: Due distinti signori in completo elegante | L'inverno del nostro scontento.
Pingback: L'ego di Dio | Il pendolo
Che racconto poetico, con flash di perfezione: “abitato da famiglie un tempo contadine o un tempo magrebine”; “un capo che si scuote leggermente senza scrollare certezze fossilizzate da anni”: “un poco prezzo dignitoso”; “nel ricordo del verde del cappotto”. Bellissimo.
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Mi monterò la testa 🙂
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La precisione di ogni singola parola permette di vedere tutto. Ottimo lavoro, gongolo anch’io 🙂
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🙂 🙂
Il giorno 17 febbraio 2014 12:26, Pendolante
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Pingback: EDS #01 – La sciarpa | L'AzzeccaGarbugli
Poche pennellate sapienti per descrivere un universo variegato.
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Pennellate e colori vanno d’accordo. Grazie Lillina
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Una fotografia in high resolution, anch’io c’ero a quella fermata!
🙂
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Grazie Vanni. Allora fotografiamo con mezzi diversi 🙂
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Yes, ma con gli stessi fini, io fotografo e cerco di fermare l’attimo, anche tu trattieni il respiro e scatti, anche tu metti luce e colori.
Entrambi cerchiamo prima per noi poi per gli altri di creare quella piccola scossa emotiva.
E’ bello poi, quando funziona, condividere e scoprire che ogni persona ha un’interpretazioni ed un emozione differente.
🙂
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Anche a me ha lasciato di stucco “abitato da famiglie un tempo contadine o un tempo magrebine”, meraviglioso. Ed è quella “o” così piccola e così forte che rende perfetta la frase.
Che c’è poi tutto il resto messo giù ottimamente, ma quel passo è il passo in più.
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Vorrei tirarmela e dirti che quella piccola “o” è stata cercata, ma è solo spuntata fuori da un dentro. Grazie Hombre
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Bello bello. Non una virgola fuori posto, e _nonostante_ questo dice molte cose, e ne suggerisce ancora di più. Piaciuto molto.
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