Blogger pendolari nella città rossa

imageSi è finalmente svolta la seconda gita dei blogger pendolari a Bologna. L’appuntamento è sul primo binario della stazione di Bologna, davanti allo squarcio lasciato il 2 agosto 1980. La scelta del posto non è simbolica, semmai scaramantica, azzarderei casuale: un posto riconoscibile, ma la lettura della lapide commemorativa è inevitabile. Da quasi padrona di casa attendo gli ospiti che uno dopo l’altro appaiono tra la folla, sbucando in silhouette dai raggi di sole, come supereroi quotidiani perfettamente mimetizzati (cinematograficamente efficace). Il primo è Il Pendolo, l’uomo dai mille nomi che lavora a Millemondi. Neofita del raduno si mostra subito all’altezza e assieme accogliamo Pendolo0 che sbuca dalla nostra destra, mentre Leuconoe arriva da sinistra e considerando che entrambe vengono dalla nuova stazione sotterranea sorgono dubbi, poi confermati, sull’efficacia della segnaletica. A sorpresa compare Ilaria che si aspettava un’ora dopo e con lei Michele che cautamente nega di avere un nickname e finge addirittura di non essere in rete. Per ora lo chiameremo Il livornese.
Prima fermata per la colazione in un bar fuori stazione, dove il blister delle mie pastiglie contro il mal di testa si tuffa con un carpiato nell’acqua del water. Lo saluto con rammarico e nell’andarcene un’avventata signora chiede informazioni a Michele: mai domandare a un livornese dove sta palazzo Fava.
Il centro storico oggi è pedonale e i turisti si mischiano ai bolognesi in caotico assemblaggio. Ci incamminiamo guardinghi tra strani personaggi usciti da Guerre Stellari e inquietanti gruppi pare-militari, ma solo-pubblicitari. In Piazza Maggiore, sul camion della Polizia postale, la scritta “Una vita da Social” pare stia aspettando noi.

Bologna
La gita procede nelle anguste vie del mercato dove malauguratamente si riversano tutti i turisti di Bologna e ci troviamo imbottigliati con un gruppo di tedeschi con bandierina capofila. Si fotografano triglie e tortellini tentando di non perderci di vista, poi Leuconoe grida: “le rane ci salveranno!”. Mentre valuto il ricovero coatto noto la targa della laterale Via delle rane che ci permette di sfuggire alla calca poco piacevole, sebbene avezzi alla ressa pendolare quotidiana.
Alla ricerca di spazio e prospettive dirigo il gruppo verso Piazza Santo Stefano dove l’inopportuno mercato dell’antiquariato tarpa ogni mia velleità da cicerone efficiente. Ci ubriachiamo di bellezza tuffandoci nei chiostri e navate delle sette chiese, ma la fame si fa sentire e l’Osteria Belle Arti ci aspetta.

1397629528093Entrando nel ghetto ebraico incrociamo una sedia senza seduta portata a spasso da una gentile dame. Mi getto all’inseguimento fotografico mentre gli amici pendolari mi prospettano denunce per stalking. Breve fermata sotto casa di Calikanto che ci attende alla finestra come piccola vedetta emiliana, ma ci lascia presto andare turbata dai brontolii delle pance digiune. E finalmente mettiamo le gambe sotto il tavolo e ci lanciamo in chiacchiere smodate, col cameriere che perora la causa della “ciccia” lanciandosi in crociata anti-vegetariana che sfocia poi nell’anti-tabagismo. Il livornese subisce assai sportivamente il terzo grado e racconta di giochi americani masochisti. Si parla di lap dance in metropolitana e ognuno porta un pezzetto di vita pendolare, ma non solo. Finiti i tortelloni con tattica da guerriglia, sfuggo al cameriere per ritirarmi in strada con le sigarette, ma le sua maledizione mi raggiunge e il tablet si lancia gareggiando con il vecchio blister nel carpiato, rovinando a terra con un tonfo. I dolci chiudono il banchetto, ma la panna cotta di Pendolo0 è svetta orgogliosa, mentre la mia frana verso le fragole beffarda.
Il Pendolo è il primo ad abbandonare la combriccola tra baci e arrivederci e si perdende la visita all’Archiginnasio. Tra stemmi di casate e molta gente, ci accomodiamo sui gradini lignei del Teatro anatomico cinquecentesco dove immaginiamo l’olezzo dei cadaveri e ascoltiamo abusivamente la guida di un gruppo di turisti. Un tuffo tra medici defunti e inquisitori malandrini che un po’ burloni si affacciavano durante le lezioni chiedendo spiegazioni sul Creato.
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Usciti perdiamo Ilaria e Il livornese diretti verso altri lidi e a malincuore ci avviamo verso la stazione parlando di gente talebana e usanze religiose. Ci aspetta l’ultimo caffè della giornata sotto l’ennesimo portico emiliano. Leuconoe da romana non c’è abituata e dichiara di averli un po’ confusi, ma offre la consumazione e in fine raggiungiamo la stazione. Saluti e baci già nostalgici e ognuna va verso il proprio treno. A loro il lusso dei fuori classe del binario, a me il solito regionale ritardatario.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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16 risposte a Blogger pendolari nella città rossa

  1. Calikanto ha detto:

    La combriccola dei pendolanti vagava sotto le mie finestre… una ghiotta occasione per dare un volto ad alcune conoscenze della rete! 🙂

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  2. cartaresistente ha detto:

    Un saluto a tutti i pendolanti!

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  3. Topper ha detto:

    E’ sempre una grande emozione incontrare altri blogger…

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  4. che belli che siete!

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  5. nutriarch ha detto:

    Quanto li amo i vostri incontri!

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  6. stravagaria ha detto:

    E vi vedo belli come il sole nonostante l’effetto affumicato 🙂

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  7. Vitadapendolare ha detto:

    E’ sempre un piacere ritrovarsi, condividere per un giorno la visita di una città e raccontarsi faccia a faccia le avventure/disavventure quotidiane! Ci si sente sempre molto compresi! 😉

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  8. pendolo0 ha detto:

    Che bello il raduno dei pendolari blogger! Già aspetto il prossimo!! 🙂

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