L’amore al tempo della corriera

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Stazione di Bologna. Il regionale è pronto alla partenza. I viaggiatori salgono alla spicciolata che il treno è pronto sul binario d’inizio corsa da parecchi minuti e di tempo ce n’è ancora. I due restano abbracciati, sfiorati da famiglie, gruppi di amici, solitari viandanti con o senza valige. Non concedono attenzione a nessuno, immersi in quel saluto come se fosse l’ultimo o forse il primo di altri che verranno. Rimangono soli sul binario, a imitare scene viste al cinema che imitano scene viste in stazione. Sembra abbiano fatto economia di baci per spenderli tutti in quel momento. Solo il fischio del Capotreno li separa.
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Stazione di Milano. Il Frecciarossa è pronto alla partenza. I viaggiatori si precipitano ad accaparrarsi un posto già assegnato con l’acquisto del biglietto. I due non si sciolgono dall’abbbraccio, che di tempo ancora ce n’è. Nessuno bada a loro, loro non badano a nessuno. Non è dato sapere quanto staranno lontani, ma di certo la separazione pesa.
1984, primo anno di superiori. Il tragitto da casa a scuola lo faccio in autobus, assieme ad amici e al mio moroso di allora. Quasi non ci parliamo, impacciati e a dire il vero non molto legati l’una all’altro. La prassi vuole che alla stazione delle corriere ci si separi con un bacio. Io tendo a renderlo il più breve possibile per eccesso di umidità, lui non pare avere questa intenzione. Avvinghiati giù dal marciapiede veniamo separati da una sonora strombazzata di una corriera che si trova la strada sbarrata dal nostro abbraccio. L’intero corpo studentesco modenese si volta verso di noi ridendo gettandoci nel più assoluto imbarazzo, rendendoci materia di pettegolezzo per le settimane a venire. Inutile dire che il nostro rapporto non ha avuto vita lunga.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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12 risposte a L’amore al tempo della corriera

  1. stravagaria ha detto:

    Le stazioni son fatte per i saluti struggenti che pure per carattere ho sempre cercato di evitare in pubblico, un po’ come te ai tempi della corriera 😉

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  2. vagoneidiota ha detto:

    Come sei malinconica questa mattina.

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  3. Miss Fletcher ha detto:

    Romantica e nostalgica la nostra Pendolante, che delizia questo post, mi viene in mente un film, lo sai?
    Te lo ricordi Sapore di Mare? Karina Huff che parte con il treno e il suo innamorato che corre per salutarla…ecco, mi sono subito ricordata di loro leggendoti!
    Buona giornata carissima!

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  4. pani ha detto:

    e chissà se sono veramente baci affettuosi e struggenti o solo l’imitazione di scene già viste.

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  5. danae67 ha detto:

    Molto bello. Mi piacciono tantissimo i saluti nelle stazioni. Sono romantici e hanno il sapore di storie misteriose, sfuggenti, temporanee. E i baci, gli abbracci dovrebbero durare il più possibile. In effetti e’ molto più poetico il “richiamo” del treno.. 😉

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    • Pendolante ha detto:

      Chissà, magari sono le suggestioni cinematografiche, ma più probabile che sia il contrario, ossia che il cinema abbia scippato al reale queste impressioni. Il treno è un mezzo che può portare lontano, anche parecchio e le separazioni sui binari posso davvero essere struggenti. Poi piace immaginare relazioni struggenti, clandestine, passionali. Letterarie.

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