Di edicole, scioperi e San Francesco

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All’edicola della stazione da alcuni mesi manca lui, il giornalaio. L’omone corpulento e sardonico brilla per la sua assenza. Solo le due dipendenti s’intravedono dalla vetrina, tra riviste e monografie a tematica locale, prodotto di un’editoria minore che non si sa come sopravviva. Raramente ho il tempo di fermarmi all’arrivo e al ritorno le saracinesche sono ancora chiuse, ma al sabato posso entrare e scambiare due parole con la vivace signora che mi chiama per nome. Lo ricorda da anni dopo che le ho chiesto di rintracciarmi una pubblicazione. Piccole cose che ai clienti fanno piacere: uscire dall’anonimato del pendolare qualsiasi.
La donna, rubiconda, loquace emiliana, mi racconta – tra un cliente e l’altro – della salute del suo titolare: “Ora sta meglio, ma abbiamo avuto paura”
“Il Carlino per favore”
“È stato in coma farmacologico per molto”
“Un biglietto dell’autobus urbano”
“Ora ne è uscito, ma ce ne vorrà perchè si riprenda”
“Li ha i braccialetti di San Francesco?”
Parlando si sfila lo zoccolo di plastica fucsia, ci ficca una mano dentro e toglie il corpo estraneo che la infastidisce.
“Comunque non sembra nemmeno più lui e l’edicola l’ha messa in vendita”
“Vorrei solo un’informazione…”
Il ragazzino sui diciassette con la visiera sulle ventitré s’intromette. “Domani so che è sciopero, ma c’è un treno che va a Bologna?”
La donna allarga le braccia: “Bisogna aspettare. Non si sa che treni passano.”
La delusione sul viso del ragazzo necessita di spiegazioni supplementari: “…d’altronde, sai, gli scioperi son fatti per creare disagio.”
“Ah si?!” si stupisce lui.
Entrambe ammutolite lo guardiamo in silenzio. Lei scuote lenta il capo lanciandomi uno sguardo eloquente e io la saluto, che il treno non aspetta, mentre il ragazzo, smarrito in quel silenzio, si chiede evidentemente dove ha sbagliato.

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Dedicate all’edicolante:
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Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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14 risposte a Di edicole, scioperi e San Francesco

  1. Vitadapendolare ha detto:

    Hai ragione! Fa sempre piacere uscire dall’anonimato. Soprattutto se a permetterlo è una loquace emiliana! Dispiace per l’edicolante, speriamo si riprenda presto. Confesso la mia ignoranza sull’esistenza dei braccialetti di San Francesco, ma del resto meglio ignorare i braccialetti che la funzione di uno sciopero! 😉

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  2. Miss Fletcher ha detto:

    Nella nostra quotidianità a volte accade, si stabilisce una sorta di relazione vera e quello allora non è più solo il giornalaio e tu non sei solo la pendolare di passaggio.
    Bello e velato di malinconia questo scatto dalla stazione, tra le voci di quelli che hanno fretta e poca voglia di ascoltare.
    Brava sempre tu!

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  3. pendolo0 ha detto:

    Mi dispiace che il povero giornalaio sia stato poco bene, leggendo le sue avventure nei tuoi post mi sembrava di conoscerlo un po’… Ma la signora con gli zoccoli fucsia mi pare che sia la degna sostituta!

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  4. tiptoetoyourroom ha detto:

    Io il “tuo” giornalaio lo scopro solo adesso. Mi sa che vado a rimediare… 🙂

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  5. ah! m’hai ricordato un mio caro vecchio post a cui son tanto affezionato… posso?http://ammennicolidipensiero.wordpress.com/2012/11/26/te-racumandi-2/

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  6. Elena ha detto:

    Speriamo che l’edicolante si riprenda presto!

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  7. stravagaria ha detto:

    È un miracolo che sopravvivano le edicole…forse quelle delle stazioni sono più tenaci e riusciranno a superare la crisi della carta stampata. Il tuo racconto è bello, come sempre, ed è un piacere leggerti.

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