Alexander McCall Smith. Amori in viaggio. TEA (Tre60), 2014.
Questa è la storia di quattro persone, di quattro sconosciuti che si conobbero su quel treno e di come, in modi assai diversi, l’amore toccò le loro vite. […]
[Pag 7]
Visto la premessa, capirete che di brani sul treno in questo libro ce ne sono parecchi. L’aggravante è che ognuno dei quattro protagonisti ha una storia da raccontare che in qualche modo ha a che fare coi treni, quindi la scelta di quelli che riporto non può che essere arbitraria. Devo dire che la presentazione mi aveva un po’ spaventata; temevo un polpettone sentimentale, ma la fiducia in chi mi ha regalato il libro mi ha spronata a continuare. All’autore faccio l’appunto di aver cominciato con la storia sbagliata, ma è sempre opinione personale.
La fila aveva cominciato a muoversi. David, presa con sè la valigia, si era girato di nuovo a guardare i due ragazzi. Quello che stava per salire sul treno si era voltato per salutare l’altro con la mano, ma la folla si era ormai richiusa su di loro.
David aveva alzato la testa per guardare il tetto dell’enorme stazione, pensando a quanto fosse indifferente al dolore della separazione. Poi aveva pensato: Un’architettura dell’addio. Un’architettura dell’amore. Un’architettura della perdita.Il treno aveva cominciato lentamente a muoversi. I viaggiatori prendervano posto e si apprestavano a intraprendere le attività con cui avevano intenzione di distrarsi in quella manciata di ore che li separava da New York. Aprivano libri, accendevano computer o socchiudevano gli occhi, con sollievo, in cerca del sonno. Lui si era seduto e, completamente immobile, si era messo a guardare fuori dal finestrino. Continuava a pensare a ciò che aveva visto. Si parlava spesso della violenza della separazione, ed era il termine giusto. Era come staccare un oggetto di metallo da un magnete: c’erano prima la trazione, lo strappo, l’intensità dell’attrazione che continuava a propagarsi anche nell’aria e poi il distacco e l’allontanamento. E con gli esseri umani era esattamente lo stesso. Riuscivi a sentirlo come si avverte il cedimento della fibra di un tessuto che si strappa. […]
[pp. 77-78]
Di McCall Smith ricordo qualcosa a sfondo investigativo. Questo ha l’aria di essere piacevole intrattenimento per quei viaggi in treno in cui non ci si può concentrare troppo.
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È il primo che leggo, ma so che è un giallista e anche molto apprezzato
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Non conosco questo scrittore, ma il paragone su come si distacca con violenza un treno con la dura fine di un relazione mi piace tanto. Mille grazie.
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Uno “strappo” doloroso…
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Non conosco questo libro, però sembra una bella scrittura, intensa e piacevole!
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Scorrevole, piacevole, una lettura veloce… A treno:-)
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Il passo che hai ricopiato qui, mi intriga un bel po’ …. 🙂
Grazie e buon fine settimana
ciao ciao, con un sorriso
Ondina
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Grazie, anche a te
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Prendo nota, grazie 🙂
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Storie di viaggiatori 🙂
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Avere sempre fiducia negli altri lettori: ci regala sorprese inaspettate… 🙂
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Lettori con preferenze simili, però 😉
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