Il doppio

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– Buongiorno dottore. Grazie di avermi ricevuta con così poco anticipo.  Dove mi metto? Non ha il classico divano?
– No signora, non tutti gli psicologi lo usano. Si accomodi sulla poltrona mi dica come mai è qui
– Poltrona? Non ha un sedile?
– Come un sedile?
– No, scusi, l’abitudine, lasci perdere…Dunque, l’altro giorno sono tornata dal lavoro, in ritardo, come spesso accade e come sempre sono andata direttamente a prendere mia figlia a scuola. Pioveva. Un delirio di ombrelli e zaini a trolley e ressa di genitori… Comunque ce l’ho fatta. Salite in macchina l’ho portata in palestra e sono andata a comprare la cancelleria che le mancava, a fare la spesa e poi a casa. Sistemata la spesa ho riordinato la solita scia di oggetti lasciati dalla mattina e sono uscita nuovamente per riprendere la bambina in palestra. Chiusa la porta il pianerottolo era al buio, ma invece di premere l’interruttore della luce,  ho suonato il campanello di casa mia. È a quel punto che mi sono aperta la porta.
– In che senso?
– Nel senso che un’altra me, dall’interno dell’appartamento,  mi ha aperto la porta e mi ha chiesto cosa desiderassi. Proprio così ha detto: “desidera?” Educata, non trova?
– Bè, certo, sì… ma lei cosa ha fatto?
– Mi sono scusata, spiegando di aver sbagliato pulsante e me ne sono andata a prendere mia figlia.
– Scusi, ma … la cosa le è parsa normale? non l’ha turbata o almeno sorpresa?
– Ma, a dire il vero bene non stavo mica, ero un po’ turbata, ma ero in ritardo e non potevo lasciare mia figlia in palestra, dovevo andare. Però le dirò che mi è dispiaciuto non mi abbia riconosciuta… Capisce, io l’ho visto che era me, ma lei non ha capito che io ero lei. Vorrà dire qualcosa dottore?
– Ehm … mi scusi, le dispiace se registro la seduta? Sa per riascoltarla con calma, dopo…
– Si figuri, faccia pure.
– Vada avanti.
– Quando sono tornata, in casa di me c’ero solo io. Non l’ho più trovata l’altra e la serata è andata come sempre. Solo la notte non ho dormito molto: controllavo in continuazione che non ci fosse la mia doppia a letto con mio marito. Lei capisce, non sarebbe piacevole…
– Certo, chiaro… e ne ha parlato con suo marito?
– No. La sera non c’è stato tempo e al mattino io mi alzo presto. Lui e la bimba dormono ancora quando esco… Comunque quel mattino l’ho rivista quell’altra me.
– L’ha rivista? E dove?
– Stava salendo sul mio stesso treno. Aveva la mia giacca e il mio cappello floscio e la mia borsa del pendolare e…
– Perchè, lei è una pendolare?
– Sì,  certo. Ogni mattina prendo il treno.
– Ah, no! Mi scusi, ma noi psicologici i pendolari non li trattiamo. Roba troppo complicata, mi dispiace. L’ultimo che ci ha provato, sta ancora vagando senza meta sulle linee ferroviarie italiane. Pare dorma sulle panchine… Guardi, non le faccio nemmeno pagare la parcella…
– Si, ma non mi spinga…
– Nooo, non spingo, si figuri. L’accompagno.
– Ma…
– Stia bene, eh, signora. Tranquilla che poi passa. Buona vita.
Sbam!

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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51 risposte a Il doppio

  1. stimadidanno ha detto:

    stai messa benissimo. ottimo. ottimo. sorriso delle 6.43…

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  2. stravagaria ha detto:

    È che a volte, pendolari o no, un doppio da lasciare a casa ci vorrebbe proprio…

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  3. Tratto d'unione ha detto:

    Che fifoni questi psicologi! Bellissimo divertente racconto! 🙂

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  4. occhio che se a trenitalia ti scoprono ti fan pagare l’abbonamento doppio.

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  5. 17lastella ha detto:

    ahahahahahah sto morendo dal ridere!
    Fantastica!!
    “ma noi psicologici i pendolari non li trattiamo. Roba troppo complicata”
    ahahahaha

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  6. tiptoetoyourroom ha detto:

    Anch’io lo voglio un doppio. Ma che sia brava a fare le pulizie, almeno 😉

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  7. tiZ ha detto:

    ..mi hai fatto sorridere.
    Mi sono rivista in tutti quei giorni in cui sono talmente presa dagli impegni che mi manco 🙂

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  8. Gintoki ha detto:

    Non si guarisce dal pendolarismo!

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  9. Miss Fletcher ha detto:

    Fantastico questo racconto!
    L’altra te che ti apre la porta è qualcosa di geniale, caspita che fantasia incredibile, certo che il dottore…un po’ di pazienza eh.
    Uno dei tuoi post più riusciti, mi è piaciuto moltissimo.
    Bacioni cara, buona giornata.

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    • Pendolante ha detto:

      Ma grazie Miss! Questo post nasce da un episodio realmente avvenuto. Mi sono trovata a suonare il campanello di casa per errore. Ne ero appena uscita e dentro non c’era nessuno. Per un attimo ho pensato “ma pensa se aprisse qualcuno…”

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  10. rodixidor ha detto:

    Molto simpatica la storia 🙂

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  11. Safranina ha detto:

    Che ridere!!!! 😂

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  12. Topper ha detto:

    Ho pensato a “L’uomo duplicato” di Saramago, immaginando un finale diverso.
    E’ sempre curioso leggervi. Te e l’altra intendo.

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  13. Lisa Agosti ha detto:

    haha stupendo!! che bella idea, i pendolari sono casi persi 😀

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  14. Annibale ha detto:

    Bellissimo, proprio divertente!

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  15. cammelloblu ha detto:

    Geniale e divertente! 🙂

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  16. Fancyhollow ha detto:

    😂 Bellissimooooo!!!! Davvero una chicca! A forza di pendolare si perde l’equilibrio…

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  17. Marco ha detto:

    Qui sei tra amici, puoi parlarcene: che problemi hai?
    Inizio io, dai, per metterti a tuo agio.
    Mi chiamo Marco, sono pendolare dal 2008, sono qui perché sto cercando di smettere… 🙂

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