Ballata di un soldato (Баллада о солдате [Ballada o soldate]) Film sovietico del 1959. Diretto da Grigori Chukhrai.
- Sceneggiatura: Grigori Chukhrai, Valentin Ezhov
- Fotografia: Vladimir Nikolayev, Era Savelyeva
- Montaggio: Mariya Timofeyeva
- Musiche: Mikhail Ziv
- Scenografia: Boris Nemechek
La voce fuori campo che introduce e conclude questa pellicola è la stessa dei film di Don Camillo, uguale è anche la struttura narrativa: scorci di campagna in bianco e nero, una donna con lo scialle scruta l’orizzonte di una pianura a perdita d’occhio. Potremmo essere in Emilia. Poi inizia la storia, si va al fronte e i soldati sono russi, ma poco importa qui: “aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore“. Il diciannovenne Alyosha chiede e ottiene, come premio per un’impresa eroica, di tornare a casa dalla madre per due giorni. E il lungo viaggio è in treno e sul treno incontra molte persone e nell’aiutarle ritarda, perde le coincidenze, e s’innamora pure. In un carro merci. E il tenente che lo fa salire di nascosto ha la voce di Carlo Romano, il doppiatore di Fernandel nei Don Camillo. E allora sembra di essere nel Mondo Piccolo, ma siamo in Russia e la storia è di un’umanità toccante, in modo calcato forse, ma va bene lo stesso. Bellissimi i paesaggi e la fotografia, bravi gli attori. Insomma, a chi piacciono i vecchi film, lo consiglio.
La ballata di un soldato ha vinto il David di Donatello per il Miglior Film Straniero (1960), il BAFTA per il Miglior Film Internazionale (1962) e il Prix de la Meilleure Participation al Festival di Cannes (1960). Candidato all’Oscar alla migliore sceneggiatura originale.
Trama
Durante la seconda guerra mondiale il giovane soldato russo Alyosha si è guadagnato una medaglia per un’azione eroica compiuta al fronte. Invece della medaglia il ragazzo chiede qualche giorno di licenza per andare a trovare la madre e aggiustare il tetto della loro casa. Il viaggio è difficile in un paese in guerra e l’unico mezzo possibile è il treno. Molti convogli, stazioni, banchine e incontri con soldati e civili. Su un merci Alyosha incontra Shura e durante il lungo viaggio i due s’innamorano, ma arrivata a destinazione la ragazza prenderà la sua strada. Giunto finalmente a casa, Alyosha ha appena il tempo di abbracciare la madre e già deve tornare a combattere per la guerra dalla quale non tornerà.
Interpreti
- Vladimir Ivashov: Alëša
- Zhanna Prokhorenko: Shura
- Antonina Maksimova: madre di Alëša
- Nikolai Kryuchkov: generale
- Yevgeni Urbanskij: Vasja, l’invalido
- Elza Lezhdey: moglie di Vasja
- Aleksandr Kuznetsov: guardia del treno
- Yevgeni Teterin: tenente del treno
- V. Markova: Liza, moglie di Pavlov
- Vladimir Pokrovskij: padre di Pavlov
“potremmo essere in emilia” è una perla.
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Forse è solo egocentrismo 😉
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È così: ritroviamo volentieri qualcosa che ci appartiene anche in contesti lontani. Interessante segnalazione…ormai mio marito sa che se gli chiedo di recuperare film che in qualche modo parlano di viaggi in treno la colpevole sei tu 😀
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Avviso per il marito di Stravagaria: attenzione, fra poco arriveranno richieste di film polacchi in lingua originale con sottotitoli in curdo, ho già vissuto la cosa….. 🙂
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Amplio i nostro orizzonti 🙂
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Spero non me ne voglia, tuo marito 🙂
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Ma dai, la voce di Don Camillo, non ci posso credere!
No, questo film non lo conosco proprio ma devo dire che in generale non mi ricordo di aver mai visto film sovietici. Ci penso eh…
Baci cara, quanti sono i film dove si trovano viaggi e treni!
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Ormai li sto esaurendo. Molti film hanno scene di treno, ma quelli prevalentemente ambientati in, li ho quasi finiti
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C’è stato un tempo in cui film come questo mi hanno appassionato. Ho visto cose che oggi non potrei rivedere. Chissà domani.
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C’è un tempo diverso per film, letture, musiche. Va bene così
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Film bello e commovente. Si sa che i russi, Putin a parte, sono un popolo romantico. Fa parte di un breve periodo del cinema sovietico che di solito si definisce “del disgelo”. Una parentesi di speranza successiva alla morte di Stalin durante la quale alcuni registi girarono film di buona qualità , affrontando temi anche complessi mostrando un paese ancora devastato dalla guerra e in condizioni socialmente difficili, a dir poco. Il più famoso di questi film è “Dove volano le cicogne” che credo abbia vinto la Palma d’oro a Cannes. Purtroppo già all’inizio dei ’60 Kruscev, poi ancora più duramente Breznev, chiusero questa piccola stagione di relativa libertà, e il cinema sovietico visse un lungo periodo di oblio, se si esclude il clamoroso talento di Tarkovskj (si scriverà così?), che però dovette riparare all’estero.
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Ti sfrutto come Morandini petsonale; mica per niente me lo hai segnalato tu questo film
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Fabio, no, dai, come si fa a non saperlo, mi meraviglio di te! Si scrive Tarkovskij!! …(almeno così dice google…) 🙂
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Chiedo venia tovarich, il mio russo è un po’ arrugginito .
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grazie:)
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Il Po e i suoi abitanti…
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