Can che abbaia…

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Alzarsi alle 6.20 ha i suoi lati positivi: uscire di casa nel silenzio del paese, godere del bianco ovattato della campagna innevata, viaggiare su strade poco trafficate, trovare un parcheggio in stazione. Poi lo scalpiccio dei pochi pendolari nel sottopassaggio, il tabellone degli orari e… treno cancellato! Alzarsi alle 6.20 per dover aspettare mezz’ora, al freddo, l’affollato treno successivi che proprio per evitare ti alzi alle 6 e 20 del mattino, non è bello. Allora ti dici che ci puoi provare a prendere il freccia bianca che passa prima, anche con l’abbonamento regionale. Tatticamente individui il capo treno appena scende dal convoglio. Ti avvicini con aria studiatamente smarrita, preoccupata e umilmente chiedi quant’è il sovrapprezzo per arrivare a destinazione. Quello ringhia che è alto, che c’è la tariffa supplementare per “biglietto a bordo”. Tu farfugli che sei disposta a pagare, che il lavoro non attende e così, buttando lì la questione mestamente, come se ti avessero appena bastonata, ma meritandolo, farfugli che hanno cancellato il tuo treno, “loro”. E quel “loro” sottintende che lo sai che “sono quelli dei regionali”, brutti, sporchi e cattivi, e che quelli dei freccia bianca sono meglio. A testa bassa sali il primo gradino del vagone, mentre il capo treno ringhia ancora, ma senza convinzione, quando ecco che un viaggiatore incauto, tragicamente inesperto, s’avvicina protestando, con l’arroganza di chi pretende d’aver ragione. E vuole salire gratis, che il treno regionale “l’avete ancellato”. Ma che fa? M’innervosisce il capo treno? Mi mischi regionali e frecce? Quello poi s’inalbera. E infatti si mette ad abbaiare, sottolinea che mica son la stessa cosa e che la freccia va pagata…
Masticando improperi contro i dilettanti, aspetto in rispettoso silenzio, mimetizzandomi con i bagagli, che gli aventi diritto prendano posto. Guadagno un sedile libero, quello più appartato, meno comodo e sto seduta in punta, che si noti la mia inadeguatezza. Cerco di respirare il meno possibile, per non togliere aria a chi ha il biglietto prenotato, poi aspetto. Il convoglio viaggia da un po’ quando lo sento arrivare alle mie spalle. “Biglietto prego” E quel prego si capisce che è solo formalità. A capo chino, con occhio lacrimoso, allungo l’abbonamento regionale, sussurrando che “prima, sul marciapede…lo avevo detto… ora pago…”. Quello grugnisce qualcosa d’incomprensibile, mi restituisce il titolo di viaggio e senza nulla chiedere se ne va , come un burbero Malaussène in divisa, capro espiatorio per ogni disagio. Lancio un “grazie” alla sua schiena, allungo le gambe, e mi godo il viaggio.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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20 risposte a Can che abbaia…

  1. stravagaria ha detto:

    Diabolica e molto molto abile 🙂 direi che il viaggio sostitutivo in freccia te lo sei guadagnato!!!

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  2. per me invece vale più l’altro tipo di approccio. qui, fino a un ritardo “legittimo” del mio treno, se prendo l’altro che ha solo prima classe (…) pago l’integrazione, ci mancherebbe. se invece me lo sopprimono, salgo con la scimitarra e, se provano a chiedermi l’integrazione, mordo io (insieme alle altre belve feroci che son salite con me: l’unione fa la forza…). ma la linea è diversa, il freccia bianca è un gradino più in su, quindi ti capisco perfettamente: massimizzare il risultato è l’obiettivo comune, qundi ben venga ogni mezzo e strategia!

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    • Pendolante ha detto:

      E’ capitato anche a me di salire in stile samurai e sfidare il capo treno a farmi la multa, magari promessa prima di salire, durante un diverbio. Devo dire che anche in quel caso, non so come, il capo treno non è passato. Tra i due preferisco la calma, almeno arrivo con lo stomaco che non si contrae

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  3. Miss Fletcher ha detto:

    “…che si noti la mia inadeguatezza. Cerco di respirare il meno possibile, per non togliere aria a chi ha il biglietto prenotato…” Ma sei fantastica tu! Bellissimo questo viaggio del lunedì cara Katia, brava!
    Certo che ritrovarsi all’alba senza il proprio treno sul dev’essere proprio poco piacevole.
    Un bacione cara!

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  4. Annibale ha detto:

    Mai pensato di far l’attrice? Eh eh eh…

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  5. tiZ ha detto:

    il fine giustifica i ” meZzi ” 🙂

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  6. Tratto d'unione ha detto:

    Laurea in diplomazia “honoris causa”!

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  7. tiptoetoyourroom ha detto:

    Grandissima! Sei il mio nuovo idolo!!

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  8. pani ha detto:

    hai pagato il sovrapprezzo con la gentilezza. Ed è molto economico

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  9. Vitadapendolare ha detto:

    Grande! Gli occhioni da cerbiatto funzionano sempre! 😉 Anche io vorrei spesso inveire, soprattutto quando credo di aver ragione. Ma l’esperienza mi ha insegnato che con la calma e l’apparente aria svampita conducono più facilmente al risultato sperato. In questo caso direi che il fine giustifica i mezzi! 😉

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