Vite in viaggio: Il ragazzo delle scarpe

ScarpeL’ultima cosa che nonna faceva prima di andare a dormire era pulire le scarpe di tutta la famiglia. “Ricordati, nìn, che è dalle scarpe che la gente ti giudica. Puoi avere il più bel vestito della festa, ma se sei sporco nei piedi lo sei fino alla testa.” Era l’unico suo vezzo, la sua visione della sciattoneria. Una donna semplice, la nonna. Una famiglia semplice, la mia. Nemmeno lontanamente benestanti, ma non sono mai andato a scuola con le scarpe sporche. Magari con le pezze alle ginocchia, ma brillavano i miei sandali. Per tutte le elementari e le medie sono stato quasi ossessionato dalle mie calzature. Le confrontavo con quelle dei compagni e le pulivo nei gabinetti quando si sporcavano, ma attento che nessuno se ne accorgesse. Giustificavo le mie permanenze in bagno come “intestino delicato”, cosa che mi valse uno spiacevole soprannome, comunque preferibile ad essere considerato uno strano.
Solo alle superiori ho iniziato a elaborare il pensiero della nonna e a non applicarlo più letteralmente. Un processo graduale di presa di coscienza: le piccole cose, l’attenzione al particolare, l’apparire, l’essere, la coerenza… Un bolo caotico per un adolescente, da masticare bene prima d’ingoiare, ma poi ci sono arrivato al punto, l’ho chiarito, ecco! A volte mi sfiora il pensiero che non sia proprio quello della nonna, ma si sa che le generazioni rinnovano, svecchiano, rigenerano… Così ora ho il mio stile, per nonna certo trasandato, ma se la sciattoneria è trascuratezza, io sto sempre attento a ogni dettaglio, alla coerenza dell’insieme. Ho unito l’essere e l’apparire e sono certo che la nonna capirà se non ho più le scarpe lucide.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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25 risposte a Vite in viaggio: Il ragazzo delle scarpe

  1. stravagaria ha detto:

    E sembran veri i tuoi personaggi…
    Mi sa che si è un po’ persa l’abitudine di lucidare le scarpe, i miei tubetti di lucido durano un’eternità. 😉

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  2. pendolo0 ha detto:

    Belli questi ritratti viaggianti!!

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  3. cinziarobbiano ha detto:

    ho in famiglia un esemplare del genere… 😦

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  4. Tratto d'unione ha detto:

    Avevo dimenticato che eri tu a scrivere. Complimenti!

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  5. Miss Fletcher ha detto:

    La sezione vite in viaggio del tuo blog mi piace in maniera particolare!
    Saper immaginare e creare una storia solo dopo un fugace inconro è proprio una bella dimostrazione di talento, brava Katia.
    E le tue parole e l’immagine del ragazzo sono un abbinamento perfetto, tra il resto questa cosa delle scarpe l’ho sentita anch’io sai?
    Ora mi rileggo il bellissimo post, ciao cara.

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  6. quanto sapore di scena finale di “bianca” di moretti, in questo post!

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  7. Aldievel ha detto:

    Brava come al solito. Ho veramente poco da aggiungere…
    🙂

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  8. Lisa Agosti ha detto:

    Stupendo! Che belli i tuoi personaggi, così veri, così umani… brava, brava, brava.

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  9. pani ha detto:

    un tempo si pulivano perché forse se ne avevano solo due paia.
    Si pulivano perché le strade erano in terra battuta e s’impolveravano.
    Adesso la polvere è tutta in casa, uff!

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  10. mizaar ha detto:

    un rito mattutino qui, in casa, è quello di pulire le scarpe di tutta la famiglia – io o mio marito è la stessa cosa – così come appena arrivati in casa sono le scarpe le prime ad essere tolte. non mi piacciono le scarpe sporche, non mi piace vederle sporche. che sia una nonna a mia insaputa? 😀

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