Aveva preso l’abitudine di ragionare per punti, facendo un elenco ordinato dal quale traeva conclusioni, come in calcoli matematici che seguivano però una logica del tutto personale, affatto scientifica, semmai discutibile, ma lo rassicurava.
Apparentemente assopito incolonnava così considerazioni importanti in un momento qualsiasi di un viaggio qualunque.
Punto uno: era cresciuto in una famiglia giusta, che equamente distribuiva tra lui e i fratelli bene e beni. Scarsi entrambi. D’altronde in una famiglia si deve pur nascere. È il peccato originale.
Punto due: aveva amici sinceri, fedeli alla birra, alle serate in bar, al motorino prima e all’auto dopo. Poteva sempre contare sul niente che offrivano, ma in fondo era quello che offrirva il quartiere e lui non dava di più.
Punto tre: aveva una ragazza. D’abitudine. Trovata per gioco, tenuta per appoggiarsi sulla sua spalla, ma meglio tra le sue gambe.
Punto quattro: aveva un lavoro. Solido come i muri che costruiva mischiando sabbia al cemento per far risparmiare un titolare che lo ringraziava con la cassa integrazione.
Tirando le somme, aveva una vita come tante. Decente forse. Vagamente sentiva di dover cambiare qualcosa, ma non sapeva decidere da dove iniziare. Non riusciva a focalizzare il punto.
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Post lodevole per la profondità espressa con un’immagine apparentemente semplice. Scontata. Trovare un punto di arrivo partendo da qualcosa; almeno (lui) ci prova.
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Non è mai facile trovare il punto… Grazie Renato
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A volte un punto bisognerebbe metterlo per poi andare a capo e ricominciare, ma come si fa? 🙂 che belli questi ritratti narrati! 🙂
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Si dovrebbe contro ogni cosa, ma difficilmente si fa… Grazie Pendolo
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Forse se non riesce a focalizzarlo il punto , non è ancora arrivato il punto di cambiare…
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Sono molti i motivi che impediscono il cambiamento: oggettivi, paura, incapacità, pigrizia, mancanza di orizzonti… Non è mai facile cambiare
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mai.. però è sempre stimolante
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Eccome! Io sono una fan del cambiamento
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Anche io
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a sapere … come si fa..
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Se lo scopri chiama!
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Bentornato alle tue vite immaginate! Questo ritratto merita la lode 🙂
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Grazie. Rientro in Italia, in stazione, in vita normale… Cosa c’è di meglio d’inventarne una 🙂
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poi, un giorno, decise: «Farò il fachiro».
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Ha ha ha… ottimo punto(a)spilli
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Bellissimo, mia cara, realistico e ben scritto! Bacioni!
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Grazie Miss
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Che bello. Sembra l’incipit di un romanzo…
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Diavoletto…
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Mamma mia: quante considerazioni sai far emergere da così poche parole.
“…in una famiglia si deve pur nascere. È il peccato originale”: non so davvero come si potrebbe dirlo meglio.
Buon pome, ciao 🙂
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Grazie Tip. Buon pomeriggio a te
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Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 13.09.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro