Ha una singola al piano sottopassaggio dell’hotel Stazione. Una stanza a buon mercato, piuttosto rumorosa e trafficata, soprattutto di primo mattino, ma spaziosa e con un’ottima vista sul viavai pendolare. Ha poi un valore aggiunto per lui: il rumore dei treni che viaggiano sopra la sua testa, di notte lo cullano e gli tengono compagnia… Tutum tutum, tutum tutum, tutum tutum…
La camera offre riparo dalle intemperie, ma è alquanto spartana, priva di ogni comodità essenziale, compreso il letto che si porta ogni notte da non si sa dove. Una brandina pieghevole che lo tiene sollevato dal suolo per difendersi dall’umidità padana che penetra nelle ossa, ogni notte più profondamente. Strati di coperte pesanti, ma dorme vestito che il pudore è una virtù sottovalutata e il pigiama in pubblico non gli va proprio di metterlo. Le scarpe poi potrebbero sparire che di malintenzionati è pieno il mondo, e allora è meglio tenerle ai piedi.
Viaggia leggero: una piccola valigia e quello che ha addosso, che di più sarebbe d’ingombro ai suoi spostamenti. Tutto lì, a portata di mano.
Lo scalpiccio dei passi pendolari scandisce il suo risveglio ben prima dell’alba, accompagnandolo fuori dalla notte, verso un lungo giorno forse ozioso. Allora si stira con metodo, si stropiccia gli occhi e prima di recarsi ai bagni al piano superiore, sul primo binario, si concede una pigra colazione a letto. Apre un cartone da mezzo litro di latte e lo beve piano. Poi, con gesto d’abitudine, estrae il contenitore di plastica delle elemosine e lo appoggia a terra dal lato del passaggio, per testare la generosità dei pendolari. Solo allora, in delega al regolamento dell’hotel, si concede un sigaro da gustare piano sotto le coperte. Il coperchio del suo contenitore gli fa da posacenere che un’antica educazione gli impedisce di inzozzare i locali in cui pernotta. L’albergo non offre servizi in camera e all’ora sua si alza e ripiega il letto con le coperte dentro. Lo lega stretto con corde di fortuna, raccoglie il suo bagaglio e se ne va, senza lasciare traccia del suo passaggio, così che nessuno, dopo, sappia mai che lì c’è stato. Discrezione offre la Stazione. L’hotel degli invisibili.
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chi è salito sul treno
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Mamma mia…ne hai fatto un racconto dolce ma quanto è triste vederli dormire al freddo, raggomitolati in qualche coperta…
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È la normalità con la quale ogni giorno quest’uomo compie gli stessi gesti che mi ha colpita
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Poveraccio … 😦
quando vedo un barbone non riesco a non chiedermi quale vicissitudine l’abbia spinto ad una vita così …
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Già…
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Difficilmente è una libera scelta
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Hotel senza stelle, quelle non si vedono lì …
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no, niente stelle, nemmeno da guardare in cielo
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In queste situazioni è facile osservare dall’alto in basso, con distacco e indifferenza, tu invece lo hai descritto con delicatezza e rispetto, mi è piaciuto molto.
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Io veramente mi sento sempre così piccina davanti a queste cose…
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Bello. Intenso e delicato. Chissà quante persone si accorgono di lui…
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In molto lo vedono, accorgersene non lo so
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tum tum, tum tum
solo una carezza, così senza parlare..
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E io la prendo
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Mentre per zingari questuanti (chiaramente d’importazione) e vagabondi di vario colore (stanno aumentando a dismisura) nutro un forte risentimento, per i “barboni”, specie se nostrani (e non mi si tacci di razzismo, sarebbe tempo perso), provo un sentimento che va oltre alla tolleranza per sconfinare in tenerezza. Perchè nei primi c’è speculazione e calcolo, nei secondi, i “barboni” c’è solo legittima sopravvivenza.
Siamo dei privilegiati e fortunati, e il destino che ci ha riservato una vita di cui essere contenti, non ci arroga alcun diritto di superiorità su chi la vita invece ha travolto.
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Non ti taccio, non zittisco mai le opinioni altrui 🙂
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Non mi riesce di commentare quando penso alle cifre da capogiro che guadagna un calciatore… osannato a più non posso!
Buon pomeriggio.
Quarc
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Temo che se pagassero meno i calciatori non ne beneficerebbero comunque queste persone…
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E te l’ho detto, Katia, diventi sempre più brava, non solo con le foto ma anche con le parole, adesso ti rileggo, lo faccio quando mi capitano post davvero belli e profondi.
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Grazie Miss, è sempre bello ricevere i tuoi complimenti
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chapeau (e buon anno, ovviamente. rientrato)
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Ben tornato. Buon anno a te (ma ci ripetiamo) 🙂
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L’hotel degli invisibili… potrebbe essere il titolo di un libro.
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🙂 potrebbe sì…
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