La cappelliera porta bagagli nel bagno della stazione d’arrivo sorprende, ma in fondo è coerente col luogo. Scontato è invece il “guazzetto” sul pavimento di non dubbia origine. Il resto sembra in ordine. La parete però è imbrattata di fresco di scritte rosse. Nessun imbarazzo negli occhi dell’autore, il ragazzo che ho incrociato entrando nel bagno delle signore; lui ne è uscito con un pennarello in mano. Gentilmente il giovinotto ha lasciato il suo recapito per le interessate specificando i trattamenti ai quali le suddette potrebbero essere sottoposte nel caso. L’accostamento proposto di parti anatomiche lui/lei è vario, ma niente di originale che gira e rigira sempre quelle sono. Nemmeno le doti artistiche del proponente si rivelano particolarmente sviluppate e le bozze che ha prodotto risultano grezze e ancora immature, tuttavia ben comprensibili. Potrebbe essere quotato in certi ambienti e il bagno di stazione è uno di questi. È commovente come certe cose non passino mai di moda. Nonostante le tante bacheche virtuali da sporcare di contenuti osceni (non necessariamente a sfondo sessuale), c’è ancora chi predilige le pareti dei bagni. Dovrebbero inventare un’apposita app che simula i muri più gettonate per questo tipo di messaggi: spogliatoi, wc, stazioni, pareti delle scuole… Sarebbe popolata certamente da ridondanza di contenuti, ma si userebbe meno vernice per ricoprirli. Però poi cosa leggeremmo in seduta nei bagni pubblici?
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Quasi romantica questa avventura: nonostante la tecnologia la tradizione guida la passione. In un mondo dove ci si lamenta sempre del tempo speso dai giovani sullo smartphone, gli scrittori da cesso cercano invece un luogo piú raccolto ed intimo per la loro arte.
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Hai ragione: c’è una pennellata di romanticismo in tutto ciò
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Oggi compro un pennarellone rosso.
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Lavabile però. Poi voglio la foto
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Vedrò!
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Mi rimetto alla bontà tua
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Farò il possibile!
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In quei bagni solo in caso di estrema, e dico estrema ricordando l’unzione, necessità… 😉
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In 12 anni di pendolarismo, succede
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aaaaaah! pensavo ti riferissi a questo:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fontana_(Duchamp) 😛
(quoto ysingrinus)
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🙂 no, altro “artista”
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allora questo?
https://it.wikipedia.org/wiki/Merda_d'artista 😛
(ti ricordi la canzone degli skiantos?)
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Lo sterco mai si vanta L’arte è supponenza
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:-*
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uhm. no, non legge l’emoticon. proviamo così:
:smack: 😉
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Snack lo leggo e lo ricambio 🙂
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ahah! “snack” poi, per un pendolare, è graditissimo! 😀
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Ma no! Ho sbagliato a digitare… 😀
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I bagni della stazione non passeranno mai di moda. Nessuna tecnologia li batterà…
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Credo anch’io. Evidentemente i loro muri sono evidentemente liberatori
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certi posti sono immortali…
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Pare sia così 🙂
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Un grande classico. In questo caso però tu eri avvantaggiata: avevi visto di persona il messaggero offerentesi. Valeva la pena? 😛
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Nemmeno prima di averne constatato la scarsa fantasia valeva la pena. Figurati dopo 🙂
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È anche utile: ricorda che certi organi hanno anche altre funzioni oltre a quelle previste dal transito in quel certo posto.
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Un promemoria insomma
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Uhm…a me questa cosa di scrivere sui muri fa proprio innervosire, in qualunque posto accada, è più forte di me.
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E capisco tu stia pensando alla tua Genova
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Non solo, in generale è una cosa mi disturba proprio!
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Pubblicità pro(ce)sso ….
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🙂 🙂
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