Prove generali

 Per non arrivare impreparata al rientro di lunedì, per verificare che nulla sia cambiato, per un discutibile senso di nostalgia o semplicemente perché il treno è più comodo dell’auto, fatto sta che oggi – di sabato – sono in stazione, dopo due settimane di ferie. Direzione opposta alla solita. Non c’è ombra di pendolari, ma il parcheggio è ugualmente pieno, anche fuori dalle linee che consentono la sosta. Il marciapiede del binario tre è stipato di gente in attesa.

 
Ciclisti con ciclo, trolleysti con trolley, bagnanti in attesa di bagnarsi, vacanzieri del fine settimana con uno zaino e di lungo periodo con valige. Un bimbo con un’ipnotica tavola da mare. Tutti di ottimo umore, ciarlieri, vivaci, sorridenti. Squagliati dal sole delle 15.30. Aspettano il treno diretto a Pesaro che ferma sulla riviera romagnola.  

Al caldo dell’asfalto del marciapiede si aggiunge quello del treno in sosta e non si capisce come possa sopravvivere il capo treno, impeccabile con divisa e cappello. Nemmeno una goccia di sudore sul viso. Forse porta una maschera ed Eva Kent è nelle vicinanze (dedica ai lettori di Diabolik).  

Poi arriva il mio treno. Finestrini chiusi, è buon segno: l’aria condizionata dovrebbe funzionare.