Le grandi manovre

Verso Roma.
Il bagaglio ingombrante nel corridoio del vagone obbliga allo slalom i viaggiatori in transito e ad ogni passaggio la proprietaria allunga una mano verso la valigia più per proteggere il suo bene che per agevolare gli aventi diritto. Accenna un sorriso tirato, forzato e svogliato che camuffa la smorfia di fastidio che il disturbo le provoca che non pare concepire come certi treni possano trasportare gente. In partenza, a movimenti fermi dei passeggeri, la signora da’ avvio alla pulizia annuale della borsa. Gli occhiali in punta di naso, meticolosamente spulcia ogni carta, foglio, scontrino, avanzo di giornale, libercolo che estrae dal suo cilindro con tracolla, riuscendo a produrre tutta una gamma di suoni cartacei molesti: strappo, fruscio, stropicciamento, accartocciamento, sfregamento. Pigia poi la spazzatura nel piccolo cestino sotto il finestrino, infila i superstiti cartacei nella borsa e finalmente si acquieta in lettura. Ricomincia alla stazione successiva il balletto di viaggiatori attorno al suo bagaglio, prima quelli in discesa poi quelli in salita. Un paio di coppie in partenza intercettano i loro posti vicini alla valigia. Il primo uomo la sposta verso destra per passare, l’altro in palleggio la ripassa a sinistra alla moglie che la schiva e s’infila tra tavolo e sedile poi allontana il bagaglio verso il lato opposto del corridoio dove si deve però sedere l’altra donna che di nuovo spedisce la valigia al mittente. L’occhialuta netturbina di borse impazzisce nel seguire con la mano il suo bagaglio in quel misero metro quadro di spostamenti. Allunga e ritira il braccio imponendo il palmo in movimenti da benedizione papale per afferrare la maniglia superiore del suo trolley. Si scopre in quel momento che il sedile della molestatrice non è quello segnato sul biglietto e che la sua presenza nell’usurpato posto impedisce alle due coppie amiche di viaggiare unite. La migrazione verso il lato opposto del corridoio coinvolge tre persone, due borsette e la valigia che il primo uomo tenta d’infilare tra le poltroncine. Si oppone la padrona, col timore che si rompa e l’abbandona ad un sedile di distanza soffrendo per almeno due secondi per la lontananza, finché di nuovo cambia postazione e riguadagna il lato corridoio e finalmente tocca nuovamente quella sua valigia che per ore ancora bloccherà il passaggio. 

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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20 risposte a Le grandi manovre

  1. stravagaria ha detto:

    C ‘è sempre troppo poco spazio per i bagagli e quel poco che c’è è tutto riempito dall’ansia di perderli.

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  2. pendolo0 ha detto:

    Per una volta posso dire: io c’ero!😀

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  3. Guido Sperandio ha detto:

    Mi viene in mente quel film dove Totò premurosamente offre il suo aiuto -afferra la valigia e la scaraventa fuori oltre il finestrino.

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  4. Gintoki ha detto:

    Io infatti cerco sempre il posto singolo a inizio carrozza, che ha più spazio, sia per mettere una valigia sia per evitare di dover fare gli slalom tra quelle altrui.

    Certo, poi c`é l`inconveniente che è vicino ai WC…

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  5. Elena ha detto:

    Che bello!

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  6. io non sono razzista nei confronti di quelli che tengono la valigia nel corridoio, ma… 😛

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  7. redbavon ha detto:

    Certo che è incredibile come certe persone siano insensibili al fastidio che arrecano. Ma metterla in mezzo allo spazio tra i sedili? Scommetterei che costei parcheggia anche in doppia fila e se ne va a fare shopping, magari davanti ai cassonetti così non ha poi il fastidio di doversi preoccupare di spostare l’auto. Peccato, che blocchi la carreggiata di destra (tanto c’è quella di sinistra…).
    Secondo me, dentro la valigia c’era il marito morto a pezzi.

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  8. lucia ha detto:

    …..secondo me è il solito problema di mancanza di educazione e buonsenso….certi atteggiamenti mi fanno arrabbiare…..purtroppo!

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