Giulia ha una passione per i treni che mi ha espresso con forza ed entusiasmo. Li fotografa, li frequenta, li cura anche. Le sue opere grafiche, i disegni che fa sulle foto che scatta, meritano di essere pubblicate. Ve le propongo con una breve intervista, sperando di vedere altre sue foto, e perché no, la nascita di un nuovo blog ferroviario.
Quando hai iniziato a frequentare la stazione?
Sono sempre stata ” pendolante”. Sono cresciuta con gli autobus di linea, sulla “Ex Valpantena” che faceva tappa Castelmassa-Ostiglia-Verona, presente sul territorio da tantissimo tempo. Ma nonostante questo, già dalle superiori provavo un amore profondo per le stazioni e i treni. Mi davano quel senso di libertà che gli autobus non riuscivano a darmi. Mi piaceva stare in stazione ad aspettare i transiti dei treni merci e regionali, e gran parte del mio tempo libero dopo la scuola lo passavo nell’ex stazione di Ostiglia, attualmente abbandonata. Era il mio piccolo mondo. La mia passione per il treno, si è affermata con l’inizio dell’Accademia di Belle Arti a Bologna, quando ho cominciato il corso di Design Grafico. Per raggiungere la città, prendevo e prendo ancora ora due treni: uno sulla centenaria Ferrara-Suzzara e l’altro sulla Bologna Verona. Da quell’anno, ho cominciato a frequentare maggiormente la ferrovia rispetto a come la frequentavo prima, ma il mio rapporto con i treni, non mi è andato a genio subito…
Che rapporto hai con la stazione è come si è evoluto col tempo.
All’inizio la stazione mi faceva paura, sopratutto Bologna Centrale perché mi si era presentata come un mondo pieno di pericoli e di brutte cose che potevano accadere come aggressioni o scippi. C’è stato un periodo in cui a Bologna non volevo più mettere piede, perché mi era successo uno strano episodio con un barbone che girava sul mio binario che aveva l’aria di essere quasi pronto ad aggredire qualcuno. Da quel momento presi paura e per me la stazione diventò un luogo di timori e di terrore. Poi, c’era anche il fattore “malinconia di casa”. Partire così tutti i giorni pur sapendo che sarei tornata, mi faceva spavento, e ricordo ancora i pianti che facevo nel tornare a casa e nel ripartire il giorno dopo. Col tempo, però, ho sentito dal profondo di me che tutto quello che mi circondava in quel momento, a livello ferroviario, mi stava aiutando a rimanere “su” col morale e con la mia vita dato che non è stato molto positivo il mio inizio universitario ma i treni e la stazione cominciarono a diventare quasi una seconda casa. Mi piaceva osservare cosa accadeva attorno a me.. la ferrovia è un mondo curioso. Ho cominciato così a fotografare. La stazione da luogo di paura è diventato luogo di ispirazione, forse dove potevo sentirmi me stessa.
Sei più attratta dal treno o dai suoi passeggeri?
Inizialmente dal treno. Mi piaceva e mi piace ancora adesso ascoltare i suoi rumori. Le porte che si chiudono, il rumore delle ruote quando si ferma, quel cigolio assordante e anche i rumori delle motrici. Alcune le riconosco senza vederle perché hanno un suono inconfondibile. Poi ho cominciato a guardare anche i modelli, imparando i loro nomi e i loro soprannomi. Quando ho imparato i nomignoli, mi sembrava quasi di tornare bambina, perché tante locomotive in ferrovia, sono denominate con nomi di animali molto simpatici.
Ho cominciato a “studiarmi” un po’ la loro meccanica capendo pochissimo, a imparare anche un po’ i segnali, per capire meglio cosa succede in casi particolari. Poi, da grafico, ho cominciato anche a studiarli in termini di “Design” quindi gli interni, i Brand delle aziende e via dicendo. Poi, anche i “viaggiatori” non sono passati inosservati ai miei occhi. Mi piacciono perché i treni che frequento sono più o meno gli stessi ma i pendolari non sono mai uguali ma cambiano sempre. Mi piace osservarli: come sono vestiti, cosa stanno facendo, come si muovono. Sono fotograficamente interessanti. Sono parte integrante del treno, senza di loro questa meraviglia non potrebbe esistere.
Come si manifesta la tua passione per i treni?
La mia passione si manifesta prevalentemente con la fotografia Scattando semplicemente con un cellulare, e creando con delle applicazioni delle polaroid. Poi, si manifesta anche frequentando l’ambiente e vivendolo facendo la volontaria ma sui treni a Vapore di Fondazione FS , presso l’Associazione Veneta Treni Storici che ha come sede Verona, conoscendo persone che sono al suo interno, e che mi hanno donato e mi donano ancora adesso la loro esperienza di ferroviere.
Anche il disegno mi aiuta a manifestare questa passione, ultimamente poco perché lo studio mi prende un bel po’ di tempo, ma ho illustrato parecchio sulle foto che ho scattato.
Non hai mai pensato di aprire un blog, o una pagina FB, Instagram… con le tue fotografie e storie?
Si, ho una pagina Facebook e una Instagram dove però pubblico foto in generale, prevalentemente treni. Ho pensato di aprire una pagina specifica su qualche Social, ma le persone non sembrano apprezzare il fatto che una donna sia appassionata di treni, pur essendo una passione legata ad un ambito molto più profondo ossia quello del viaggio, del voler vedere e del voler scoprire ciò che ci circonda e via dicendo. Molti mi chiedono il perché di questa passione, ma anche se cerco di motivare la cosa facendo capire il senso e mostrano le mie fotografie, sembrano non comprendere la bellezza di questo meraviglioso mondo e ritengono ” strano ” il tutto. Quindi non lo trovo molto utile, preferisco pubblicare in generale. Preferisco raccontare a voce le storie e mostrare a mano i miei lavori facendo sentire che non è strano il fatto che a una ragazza piacciano i treni, ma è alternativo ai gusti e alle mode monotone di oggi, ed è bello che a volte qualche femmina si innamori di mondi come questi, non c’è assolutamente nulla di male.
Giulia lo ha fatto: https://alicefraibinari.wordpress.com/
Molto bella e curiosa quest’intervista, mi è proprio piaciuta.
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Mi fa piacere e sicuramente ne farà anche a Giulia 🙂
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Sarebbe bello che le raccogliesse in un blog.
Personalmente trovo FB dispersivo, stancante ed effimero.
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Io concordo
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Davvero bellissime foto e rielaborazioni. Fa un po’ tristezza che ancora ci sia gente che lega l’approvazione o la “stranezza” di una passione al sesso di chi la coltiva…
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Più che tristezza, è vergognoso nel 2017, ma è così. Giulia però non si fa intimorire mi pare 🙂
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La ragazza ha talento, le sue commistioni foto e grafiche sono piene di personalità
ml
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e io spero di poterne pubblicare altre
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Ma è bravissima! :))))))
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Riuscire ad avere una visione e rappresentarla non è da tutti
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L’idea alla base è veramente un’idea da lampadina sfolgorante! E altrettanto creative (simpatia da standing ovation) le varie realizzazioni in cui l’idea si articola. Peccato che Giulia non abbia un blog, da giurarci che correrei a sbirciarlo ogni mattina.
Nota: Non ho capito la diffidenza verso la passione di Giulia per i treni, in quanto femmina. Mah!
Già più di una volta ho scritto che la mia gatta è più saggia di tutta l’umanità messa insieme, ciò nonostante non passa giorno che emerga un nuovo record di idiozia umana in grado di stupirmi.
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Credo che Giulia si riferisca al senso di pericolo che può dare il treno in certi orari di bassa frequentazione. Chiuse in un vagone ci si può sentire vulnerabili ad eventuali inopportuni figuri. Sono sicura che anche la tua gatta sarebbe d’accordo
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Mi hai illuminato, e condivido l’apprensione, anzi ce n’è anche non solo per una donna, ma anche per un uomo a meno che costui non abbia un kalaschnicov appoggiato sulle ginocchia (se seduto) e bene in vista.
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Diciamo Guido che le donne hanno spesso un motivo in più per essere “infastidite”
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Sì, in effetti, hanno quel certo motivo in più
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mooooooolto bello, complimenti. una curiosità tecnica sulla composizione: i disegni sono acquisiti da cartaceo e poi fatto un merging o sono eseguiti direttmente su PC?
p.s. stessa domanda di GS: perché diffidenza in quanto donna?
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Sai che non le ho chiesto nulla della tecnica?! Vediamo se risponde 🙂 Io intanto mi informo. Sul “In quanto donna” vedi la risposta sopra
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Ciao a tutti! 🙂
Le fotografie, chiaramente sono digitali.. i disegni sono fatti a mano e successivamente scannerizzati 🙂
P.s. Siete strepitosi.. grazie a tutti per i commenti fantastici!!
Giulia
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Grazie a te Giulia per la tua disponibilità
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Giulia è anche modesta, minimizza, il che merita un inchino in più – in un tempo di ben altri esemplari tronfi che… sotto il vestito niente.
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🙂
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Complimenti a Giulia! Alice nel paese delle meraviglie ferroviarie potrebbe essere il simbolo di un nuovo bel blog pendolante 🙂 E complimenti a Pendolante per aver valorizzato questa perla.
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Anch’io penso dovrebbe aprire un blog, anche se FB la fa da padrona ormai, ma i contenuti che si possono mettere in un blog sono ben altri. E siccome Giulia è arrivata a me tramite intermediario indirizzato da te, direi che siamo coautrici di questa valorizzazione 🙂
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Se apre un blog, io la seguo: i suoi lavoro sono belli, originali e molto suggestivi! E poi cos’è questa storia che a una donna non sarebbe concesso appassionarsi ai treni?
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Ma lascia stare Baylee… c’è gente strana al mondo. Pare che per qualcuno alle donne non debba interessare nemmeno la scienza. Solo l’arte culinaria.
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Bravissima Giulia!!! Ti aspettiamo al prossimo raduno 😉
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Ma stra volentieri!! 🙂
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Ti terremo informata 🙂
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Ecco un’idea diversa dal solito 🙂 mi piace molto la foto con la figura che guarda fuori del finestrino 😊
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Anche a me. L’ho messa per prima perché è la mia preferita è poi ho pensato fosse un autoritratto
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Ecco un’idea creativa e molto originale, hai ragione Katia, ne uscirebbe un blog molto interessante.
Complimenti a Giulia per l’estro e grazie a te per avercela presentata.
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Sono felice di aver fatto le presentazioni. Grazie Miss
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