Interviste Pendolanti: AMO viaggia(re) – Il pendolare internazionale

Andrea Burzacchini, Amministratore Unico di AMO

Non tutti possono vantare un pendolarismo multinazionale a base mensile. Andrea attraversa tre stati una volta al mese, ovviamente in treno, per venire a Modena da Friburgo. Che viene a fare a Modena? l’Amministratore unico di AMO, Agenzia per la Mobilità di Modena.

Come si svolge il tuo pendolarismo?Di solito passo a Modena una settimana al mese. Quella settimana al lunedì mattina alle 4 e mezza vado in stazione a Friburgo in bicicletta trascinando il trolley, lascio la bici al parcheggio, prendo il regionale per Basilea, da lì prendo il treno per Milano attraverso le Alpi, a Milano prendo il primo caffè italiano, faccio un salto a Feltrinelli e prendo il freccia rossa per Modena che arriva alle 13:13. Lì prendo il 13 e arrivo in ufficio. Potrei partire mezz’ora dopo al mattino, ma i treni in Germania sono spesso in ritardo, quindi mi tengo un po’ di margine. Al ritorno è praticamente uguale: parto di venerdì alle 16 e a mezzanotte e un quarto sono a casa, dopo aver ritirato la bici dal parcheggio della stazione.


Mai pensato di prendere l’aereo?

Beh, intanto il traffico aereo ha un contributo enorme alle emissioni di anidride carbonica responsabili del cambiamento cliamtico, quindi ogni volta che posso evito di viaggiare in aereo.
Al di là di questo non so se sarebbe tanto più conveniente. l’aerooporto è da raggiungere, poi devi fare il check in, consegnare i bagagli, ritirare i bagagli, raggiungere una stazione, etc…
Il treno è molto più comodo, posso leggere, dormire, lavorare..

Attraversi tre Nazioni, ci racconti le differenze più evidenti nella gestione dei treni?

Mah, tutto sommato sui treni a lunga percorrenza non ci sono grandi differenze, anche i ritardi sono simili, il mito della puntualità dei treni tedeschi e svizzeri non corrisponde alla realtà. La grossa differenza, purtroppo per il nostro Paese, è l’integrazione con il trasporto locale. Quando arrivi in una stazione tedesca o svizzera ricevi immediatamente (dalla compagnia nazionale) tutte le informazioni relative ai trasporti locali della zona (sia per quanto riguarda le informazioni sul treno, sia per quanto riguarda quelle a terra, sia per l’acquisto o la validità dei biglietti) anche quando sono serviti da compagnie diverse. In Italia c’è ancora tanto da fare.

È le maggiori differenze tra i pendolari?

Mah, non so, oltretutto su tratte così lunghe credo che ci siano più viaggiatori che pendolari, anche se, chissà, magari ce ne sono tanti di pendolari a grandi distanze come me. Tutto sommato non vedo tante differenze tra italiani svizzeri e tedeschi nel modo di viaggiare

Viaggi sulle tratte ferroviarie europee da parecchi anni, hai notato dei cambiamenti nel tempo?

Nei comportamenti dei viaggiatori, intendi? Beh, l’avvento degli smartphone ha sicuramente reso più “frammentario” il comportamento dei viaggiatori e, lo ammetto, anche il mio. Sarebbe sbagliato partire con le lamentele “oggi non legge più nessuno, ai miei tempi invece”. No, credo che chi leggeva 10-15 anni fa, legge ancora, chi non leggeva allora, non legge nemmeno adesso. Però, certo, oggi è facile vedere quello che legge dieci pagine, poi posa il libro, risponde a una mail, legge altre tre pagine, controlla un orario del treno sul telefonino, cinque pagine, fa un commento su facebook, altre pagine, poi tre foto con lo smartphone al tramonto sul lago…”

Stai parlando di te?

Eh. Dieci minuti fa stavo leggendo l’ultimo romanzo di Paul Auster in inglese; poi c’era un pezzo che non capivo e allora mi sono messo a rispondere all’intervista di Pendolante”

Puoi confrontarle con qualche linea extraeuropea?

Mah, fuori dall’Europa sono stato in treno solo in India – e tanto tempo fa in Messico. Le ferrovie in India sono affascinanti, credo che con 1,3 milioni di lavoratori sia l’azienda con il maggior numero di dipendenti in tutto il mondo…
Considerata la povertà del Paese, è impressionante il livello di attenzione, importanza e anche reputazione che quella ferrovia ha tra la popolazione.

Cosa ti interessa maggiormente nel viaggio e come occupi il tuo tempo?

Un po’ lo dicevo prima…leggo molto, lavoro così così, guardo il paesaggio, quasi mai dormo, quasi mai parlo con le persone… più invecchio più divento orso, credo. Ma suppongo che dipenda anche dal fatto che parlo tantissimo con la gente durante il mio lavoro, sia a Friburgo che a Modena. Quindi queste 8 ore mi piace dedicarle a me.

Cosa ti interessa degli altri viaggiatori?

Mah, come dicevo, non parlo quasi mai con nessuno. È vero, ogni tanto mi chiedo che vita fa quello che mi sta di fronte, dove stanno andando, chi incontrano, eccetera.
Ma mi stanco quasi subito 🙂

Quanto reggerai a fare avanti e indietro?

Mah, il viaggio, a dire il vero, è la cosa che mi stanca di meno. Il doppio lavoro, invece, questa vita professionale spaccata a metà, in cui comunque devo fare da Modena cose anche per Friburgo e da Friburgo cose anche per Modena, è molto faticosa. Ma mi piace molto.

In Italia molte tratte ferroviarie sono state dismesse o in procinto di esserlo per diversi motivi, a volte politici, a volte economici, ma sempre contrari agli interessi di chi quelle tratte le utilizza. Tu che ti occupi di mobilità sostenibile, cosa ne pensi?

Penso semplicemente che lo Stato e le Regioni dovrebbero finanziare il trasporto pubblico – e il treno in particolare – molto di più di quanto non facciano.
Non è solo una questione di inquinamento, emissioni di anidride carbonica, qualitá della vita. È che non si può davvero fare a meno di notare che i Paesi e le aree più dinamiche in Europa e nel mondo sono quelle che hanno investito di più (in questo primo quinto di secolo) nel trasporto pubblico su ferro.

Il treno vive.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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14 risposte a Interviste Pendolanti: AMO viaggia(re) – Il pendolare internazionale

  1. Maurizio Vagnozzi ha detto:

    Mi fate quasi venir voglia di viaggiare in treno, non fosse che per la mia ultima pendolata ci avrei messo 20 giorni invece che 17 ore, ma forse sarebbe stato un gran bene. Il treno ha fascino, inutile negarlo …

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  2. Enri1968 ha detto:

    Bella storia intervista! La farò leggere a chi è restio ad andare in treno.

    😉

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  3. stravagaria ha detto:

    Consola sapere che anche in Germania i treni sono in ritardo. 😉

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  4. questa intervista è una piccola perla! che i treni svizzeri non fossero puntuali ho potuto sperimentare in lungo e in largo (tanto quanto in italia non ti danno uno staccetto di informazione)

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  5. massimolegnani ha detto:

    che bella e calda quest’intervista, dalle foto a corredo col trolley trascinato in bici fin sotto i campanili di friburgo, ai treni tedeschi raramente in orario, alla sostanza di questi viaggi, alla chiusa toccante, sì il treno vive (per chi lo vive)
    ml

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  6. tiZ ha detto:

    Il treno: la nostra seconda casa.

    Grande Andrea, più di un pendolare, un erOe !!! 😉

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  7. Pingback: Interviste pendolanti: Storie di andata e ritorno | Pendolante

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