Apocalisse

Sta sbattuto contro il muro come fosse rotto dall’interno. Difficile a prima vista stabilire se è uomo o donna. Le sopracciglia depilate, gli occhi cerchiati di trucco nero, jeans, giubbotto, capelli … capelli?! Il suo alito puzza per partito preso.

Con un sospiro profondo, come caricato a molla, prende fiato, si raddrizza e inizia a salmodiare:

“Siamo vicini all’apocalisse e mettete ancora al mondo bambini?!!”

I più lo ignorano, i meno non lo sentono neanche.

“Cazzo, guarda lì… dieci bambini alla volta sfornate”

…

“Sono sempre in cinta… 1000 euro a bambino?”

…

“Mio figlio non vale 1000 euro… costa molto di più… ha ha ha”

La risata acuta distoglie qualche viaggiatore dallo smartcoso

Come rumore di stazione tra lo sferragliare e l’altoparlante, la sua voce apostrofa il vuoto:

“Ti sei mai chiesta come cresce tuo figlio nella tua pancia?… Noooo?! perché sei ignorante!”

…

“C’è movimento lì dentro… solo Dio lo sa!”

E al finale scontato abbandono la quadricromia per il bianco e nero, stacco il sonoro e trasformo la stazione in un film muto.

[foto di repertorio]