Cartolina ferroviaria

Treno fermo, porte chiuse, partenza incombente.

Lui sul binario. Lei nel vagone. In piedi.

Il vetro della porta li divide.

Equilibrio perfetto tra dentro e fuori, tra prima e dopo, tra andare e restare.

Immobili si fissano per il tempo dilatato e sospeso dell’attesa.

Si saranno detti parole, prima:

promesse, raccomandazioni, propositi.

Ora tacciono.

La divisoria costringerebbe a pantomima,

o forse sì sono detti tutto.

Lo strappo del treno in partenza rompe lo stallo,

Si animano, si emozionano, realizzano il distacco.

Lei solleva la mano a salutarlo e mima un bacio che inciampa nel vetro

Lui le fa specchio da fuori.

Superato dall’ultimo vagone se ne va chino, mollemente rassegnato.

Cartolina ferroviaria di stazione qualunque.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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22 risposte a Cartolina ferroviaria

  1. quarchedundepegi ha detto:

    Già,già… quante ne abbiamo viste di queste cartoline.
    Un tempo ci si poteva salutare dai finestrini abbassati…
    Buon Giorno.
    Quarc

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  2. stravagaria ha detto:

    I saluti da stazione… tra i più tristi. Fortuna che i treni vanno e vengono e la stazione è sempre lì anche per i baci di ogni nuovo incontro.

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  3. rodixidor ha detto:

    Bellissima, perfetta. La fotografia è cogliere l’attimo, Quell’attimo! E qui non c’è niente da aggiungere perché anche la didascalia è al pari della foto. Se fosse la scena di un film direi: “No, è tutto troppo perfetto per essere vero”. Invece qui è tutto vero. 🙂

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  4. Guido Sperandio ha detto:

    “Cartolina ferroviaria di stazione qualunque.”
    E di un amore qualunque.

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  5. Tratto d'unione ha detto:

    La cartolina è sempre un po’ cliché, sarà per questo che molti rifuggono da certi atteggiamenti. Così invece di attendere fino all’ultimo che il treno parta, invece di continuare a riempirsi almeno gli occhi dell’amata pur attraverso un vetro, pur a vagone ormai lontano, fanno gli alternativi, quelli che pur di non essere banali buttano via anche manciate di gioia, come se ne avessero d’avanzo, come se non fosse importante stare ancora lì, ancora un minuto, come se fosse una vergogna insopportabile essere tanto banali. Io invece sono senza pudore e le cartoline mi piacciono 🙂

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  6. massimolegnani ha detto:

    quelle labbra quasi stampate sul vetro e lui che pur visto da dietro mi sembra sbigottito. Che sia scorso già un vagone nella partenza e quelle labbra non erano per lui?
    ml

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