Il mio secondo racconto su Le 7 Note
Ispirato a una storia vera
Gli odori dei legni e della vernice a olio di lino e ambra impregnavano l’aria del laboratorio e per il liutaio erano le tracce olfattive di casa, senza essere diventati per questo abitudine. Li percepiva bene ogni volta che entrava nella stanza, li inspirava, se ne riempiva le narici e da lì andavano dritti al centro del piacere del suo cervello. Ogni volta ricordava la prima, quando, aspirante apprendista, era entrato timoroso, ma spavaldo, nella liuteria del suo maestro, ormai trent’anni prima. Ci aveva messo poco a perdere ogni arroganza davanti a un sapere artigiano che era arte e che solo in molti anni avrebbe fatto proprio, con l’umiltà di chi prende tra le mani una tradizione centenaria. Ogni giorno, aprendo il laboratorio, passava attraverso quegli odori e gli strumenti e gli anni e si metteva il suo grembiule da lavoro.
Mi sembra che i violini siano di famiglia da voi, no? 😉
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Ti sembra bene, sì 🙂
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Complimenti, un bellissimo racconto composto di tante belle sensazioni e di ricordi, mi è piaciuto molto. Buona giornata Katia!
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Grazie Miss. La storia sa di buono, io mi sono limitata a scriverla 🙂
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Accidenti…bella pure questa nota. Ora divento sempre più curioso e incerto.
Qualcosa mi dice che il MI sarà ancora meglio del Re e del Do.
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A dirti la verità, il. Mi è il La sono tra i miei preferiti 😉
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Oh! Così mi piace. Il MI e il la sono le mie note preferite
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