
storieandataeritorno.wordpress.com
Non credevo di poter arricchire ancora questa rubrica e invece sono felice di presentarvi un’altra pendolare che dei viaggi in treno ha fatto argomento del suo blog: Storie di andata e ritorno. Lei è donna dalle idee chiare con un nick che è tutto un programma, Preferiscounpostoincorridoio, e che nel sottotitolo della sua testata gioca e intriga i suoi lettori:
“La tacita sintonia, la segreta comunione di vite che vanno sfiorandosi nella stessa direzione. Potrebbe trattarsi di amanti. E invece siamo pendolari.”
Se volete sapere cosa succede sulla sua tratta e chi è il Ragazzo del treno, non vi resta che seguirla. Ecco cosa racconta di sé:
Da dove viene il tuo nickname?
Preferiscoilpostocorridoio, prima ancora che un nickname, è una verità, una manifestazione di quell’io dalle volontà sempre ingombranti che mi porto dietro.
Viaggio in alta velocità e ogni mattina l’applicazione mi assegna una carrozza e un posto diversi.
Viaggiare da pendolari significa molto spesso abituarsi a una serie di piccoli gesti quotidiani, per lo più pensati per evitare ogni sorta di stress, anche il più insignificante. Ecco, uno stress insignificante delle mie mattine (o sere) è essere seduta al posto finestrino, un posto che mi fa sentire in gabbia, che mi obbliga a far alzare il mio vicino se devo alzarmi io. Preferisco il posto corridoio, quindi, che mi consente di salire sul treno con calma (cerco sempre di salire per ultima), mi consente, una volta che tutti hanno preso posto, di stare in piedi in mezzo al corridoio mentre mi tolgo la giacca, la sciarpa, sistemo lo zaino sotto il sedile, senza che qualcuno mi stia col fiato sul collo perché deve passare o sedersi, mi consente di alzarmi e iniziare a prepararmi per scendere senza dover scomodare nessuno.
Come nasce il tuo blog?
“Storie andata e ritorno” nasce in realtà da un post su Facebook. Sì, vorrei che fosse tutto molto più poetico e autoriale di così, ma la verità è questa.
Una mattina ho raccontato sul mio profilo un episodio a cui ho assistito in treno, un fatterello del tutto trascurabile, ma mastodontico se lo si considera nell’universo treno.
Mi sono resa conto, infatti, che quel che fuori da un treno sarebbe origliare una conversazione, sul treno è, se vogliamo, una condizione inevitabile. A chi non è capitato?
Se sei un viaggiatore occasionale, però, quella conversazione che ascolti muore lì, e una volta sceso dal treno, con ogni probabilità, non incrocerai mai più quelle persone. Se sei un pendolare, invece, quelle persone le incroci tutti i giorni e pezzi delle loro vite, seppure sconnessi e assolutamente decontestualizzati, ti capitano inevitabilmente a portata d’occhio o d’orecchio. Ci sono storie a palate sui quei treni, un patrimonio oserei dire. Quindi, perché non raccontarle?
Perché e come prendi il treno?
Prendo il treno perché vado a lavoro. “Pendolo” tra Torino e Milano cinque giorni a settimana, in alta velocità, munita del mio costosissimo abbonamento. Sul come, non c’è dubbio: come una che è scappata di casa. Arrivo al binario sempre all’ultimo secondo, affannata e con un infarto in corso, giurando a me stessa che mai più farò tardi. Salvo poi ripetere la stessa scena la mattina seguente.
Come passi il tempo sul treno?
Una cosa che mi piace molto fare è guardare fuori dal finestrino. Il paesaggio è sempre lo stesso, ma non la luce, non il tempo. Mi riscopro ogni mattina meravigliata dalle Alpi. Approfitto di questo momento di tranquillità per riflettere sulla giornata lavorativa, quella chiusa la sera prima e quella che sta per iniziare, metto in ordine le idee, provo a mente lucida a fare un bilancio. Leggo tanto e ascolto la mia musica. E, lo ammetto, di tanto in tanto mi guardo intorno per vedere che fa questo fantomatico e bellissimo ragazzo del treno, il quale legge altrettanti libri, ascolta altrettanta musica e principalmente mi ignora. Story of my life. Al ritorno, invece, mi alieno completamente. Sono talmente stanca da entrare in questa dimensione spazio-temporale nella quale mi isolo e vegeto sostanzialmente. Non dormo mai, però.
Se leggi, qual è il miglior libro da treno?
Il miglior libro da treno è quello che ti va di leggere. Negli ultimi due mesi ho divorato due raccolte di poesie, tre romanzi e una raccolta di racconti. Senza soluzione di continuità.
Cosa attrae maggiormente la tua attenzione negli altri pendolari/viaggiatori?
Nella maggior parte dei casi, sono attratta dalle somiglianze. Credo sia piuttosto facile immedesimarsi nelle vite degli altri quando queste sono, per una certa parte, così simili alla tua. Essere pendolari significa anche essere costretti a condividere spazi e tempi, e il modo in cui ognuno se ne appropria sono molto affascinanti secondo me. E’ interessante vedere come certe scene si ripetano ogni giorno sempre uguali a se stesse, scoprire le abitudini degli altri e accettarle come parte anche del tuo viaggio. Allo stesso tempo, è altrettanto affascinante accogliere con curiosità ciò che è nuovo, ciò che non conosco e che accade una tantum. Inoltre, i comportamenti e le apparenze degli altri viaggiatori sono cartine tornasole rivelatrici di tante cose, una fra tutte il meteo: giacche pesanti se fa freddo, nasi gocciolanti se gira l’influenza stagionale, ascelle pezzate se fa caldo.
Come influisce il pendolarismo/viaggio in treno sulla tua vita?
Il pendolarismo ha cambiato radicalmente la mia vita. Il viaggio si mangia gran parte delle ore libere dal lavoro e quindi cerco sempre di ottimizzare i tempi. Ad esempio, mentre cucino la cena mi preparo anche “la schiscia” per il giorno dopo. Dormo meno e peggio rispetto a prima e nel finesettimana mi trovo spesso a dover fare tutte quelle cose seccanti che in settimana non riesco a fare, tipo le lavatrici. Tuttavia, ritengo che nonostante le inevitabili seccature, il pendolarismo sia un’esperienza interessante, con annessi e connessi.
Se non scrivessi di pendolarismo, scriveresti ugualmente?
Sì. Senza ombra di dubbio.
C’è da dire che scrivere è quel che faccio nella vità, per piacere e per lavoro. Quindi direi che scrivo “anche” di pendolarismo e per me il passaggio mentale da “che fico, un sacco di storie” a “le scrivo” è stato piuttosto immediato. Fossi stata una disegnatrice, per dire, probabilmente mi sarei data ai ritratti dei miei compagni di viaggio. Ma scrivo e quindi questo è l’unico modo che conosco per raccontare e raccontarmi.
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Intrigante!
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Vero?!
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Mi piace, a questo punto devo andare sul suo blog 🙂
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Allora abbiamo raggiunto lo scopo 🙂
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Ho visto anche il suo blog di là (della signora “Andata e ritorno”) – e, caspita, è una che con la penna (tastiera) ci sa fare, viaggia come… un treno.
Lady K., talent scout?
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sottoscrivo Guido
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Macchè, anzi. Mi ha trovata lei. Faccio solo da vetrina per un ottimo”prodotto”
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Grazie a te, Pendolante! Sono emozionatissssima!
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E io molto felice di ospitarti qui 🙂
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due commenti: il primo, sulla foto della testata. chapeau. non so chi l’abbia scattata, ma complimenti a chiunque ne sia stato l’autore. se l’avesse scattata cartier-bresson sarebbe da copertina patinata.
il secondo: come capisco il commento sulle alpi! per me è uguale. al mattino salgo sul treno e lo sguardo va là, alla ricerca del primo rosa del monte rosa (che si chiama così, per altro, non per quel motivo, ndr), con la fantasia che si perde all’orizzonte. abitare da queste parti ha un sacco di difetti (la padaaaaaaaania… e non aggiungo altro) ma non c’è santo: quell’orizzonte lo invidiano per mari e per terre, non lo si scambierebbe tanto facilmente.
p.s. finita pausa caffè (che, per l’occasione dell’ora legale, mi sono legittimamente concesso di far durare 5 minuti in più 😛 ) con il corollario della scoperta di un bel blog, aggiungo solamente come chiosa che ora inizia il tifo sfegatato per la rincorsa al ragazzo del treno! 😉
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Anche io spero che lo acchiappi 😉 E no, niente montagne qui… solo la pianura (Padana)
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Pingback: Interviste pendolanti – Storie andata e ritorno
Interessante blog quello che ci segnali. Allora la mia obiezione al suo sottotitolo vado a scriverla sul suo blog. 🙂
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hahaha. Fai conoscere la tua verve polemica?
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Meglio mettere le mani avanti 🙂
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Benvenuta !!!
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