Lettera aperta a un pendolare
Ecco, hai fatto il tuo primo abbonamento ferroviario. Da domani sarai ufficialmente un pendolare. Probabilmente la notizia ha gettato i tuoi famigliari nello sconforto e gli amici ti hanno deriso, cancellando ogni barlume di entusiasmo per il tuo nuovo lavoro. Da domani cambierai vita, entrerai in un mondo nuovo: ti sveglierai ad orari improbabili per infilarti in una stazione buia dove sconosciuti immusoniti e assonnati saranno tuoi compagni di viaggio. Imparerai che puntualità è solo una parola e il tabellone degli orari una truffa. Ti sorprenderai, forse, della stato miserevole dei treni regionali, dei sedili sfondati, delle porte che non si aprono – o peggio – non si chiudono, dei bagni che, se ci sono e funzionano, sono ad alto rischio igienico, dei posacenere a ribaltamento rapido e dei finestrini che non ricordano più la trasparenza. Fiuterai una nuova gamma di afrori, olezzi, miasmi, scoprendo di non aver mai capito prima cosa sia l’odore di umanità. Reimposterai i tuoi livelli di tolleranza al rumore, non tanto per intensità di decibel, quanto per turbolenza sulle frequenze abituali, molestate da trilli, suonerie e conversazioni private, a volte con risvolti demenziali. Scoprirai presto che la temperatura interna al treno non segue le variazioni climatiche stagionali, ma i capricci tecnologici degli obsoleti convogli, o quelli di un Capotreno in evidente crisi termica. Metterai alla prova la tua prestanza fisica rincorrendo treni, resistendo all’assideramento in banchina o allo squagliamento estivo, provando la tua muscolatura dorsale in lunghi tragitti in piedi e la tua capacità toracica allo schiacciamento da ressa in salita, durante la quale – per altro – sarai sottoposto a varie tecniche di palpeggio e struscio, a prescindere dal tuo sesso, ma se sei donna è più probabile.
Imparerai presto che i controllori meno clementi saliranno sul treno solo quando avrai dimenticato l’abbonamento, ma non ne troverai uno in nessun vagone per qualsiasi esigenza tu abbia in viaggio. Scriverai il tuo nome negli annali della scienza, studiando nuovi micro o macro organismi autoctoni e quando penserai di averle viste proprio tutte, dandoti arie da navigato viaggiatore, ritroverai la modestia del neofita in un evento nuovo che allargherà gli orizzonti del possibile e rimetterai in discussione ogni limite di tolleranza tracciato precedentemente.
Solo se saprai sfuggire alla tentazione di crogiolarti nel piacere dell’auto compatimento, dell’insulto ai gestori della linea, della rivendicazione alle regole della civile convivenza – per altro legittime – potrai godere dei tuoi viaggi quotidiani. Allora scoprirai che il paesaggio fuori dal finestrino cambia con le stagioni, che è abitato da movimenti di persone e animali e vita. Potrai, volendo, intrecciare relazioni e conoscere i tuoi compagni di viaggio, le loro fermate, le loro abitudini, i nomi dei famigliari a cui telefonano, i loro problemi sul lavoro. Ti divertirai a dar loro soprannomi, a studiarne i movimenti, i vezzi, le letture, a scrutarne i cambiamenti fino a coglierne l’assenza, quando mancano. Sarai tentato di suggerire soluzioni a problematiche conversazioni telefoniche, aiutare qualcuno a superare quel livello del videogioco che lo cruccia da giorni o argomentare su uno splendido libro che annoia un tuo compagno di viaggio. Ti compiacerai nell’individuare a istinto i viaggiatori occasionali e sarai testimone di amori, litigi, gag da raccontare. Tornerai scolaro coi liceali che insultano i docenti o che imprecano sull’ultimo esito del compito in classe. Potrai esplorare mondi tra le pagine di un libro o nelle facce di altri pendolari: ne ipotizzerai le vite, le professioni, le relazioni per poi scoprire di aver sbagliato tutto. Le stazione di passaggio diventeranno luoghi e non solo fermate, con una storia e dei protagonisti; riconoscerai le facce di chi le abita e forse per te usciranno dall’anonimato. Scoprirai di trovarti in una bolla di minuti o ore a tua disposizione, dove il tempo ti appartiene, in una sospensione dal quotidiano che fa spazio a molte attività possibili, non ultima l’osservazione dell’umanità pendolare. E allora, magari, ti verrà voglia di raccontarlo in un blog.
“T”: letterpress con caratteri originali serie a tiratura limitata, 2013.
Design Marco Campedelli per Tipoteca Italiana
“Print Matters!” è una collaborazione di Marco Campedelli & Tipoteca Italiana
Che dire? È da considerare uno dei tuori rari pregevoli sprazzi?
Ciao, Lady K, niente abbracci, che poi mi arriva la denuncia per molestie.
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Più apprezzabile perché raro, no? 😉 Niente abbracci che poi ti monti la testa
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Touchè!!!!! 🙂
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😀
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lettera piena di brio e di senso di appartenenza ad una speciale categoria sociale: pendolari non si nasce, pendolari si diventa, dopo molti treni.
ml
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Si diventa, sì, anche se non tutti sono felici di far parte di questa categoria sociale. Io lo sono
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Triste è quando un blog chiude… ma perché cancellare tutto? E’ un atto di sfiducia totale verso i posteri: “tanto lo so che non mi leggerà nessuno!”
Quando le mie uova smetterano di friggere (tra millanta anni) lascerò tutto così com’è. Magari qualcuno apprezzerà.
Ti abbraccio a distanza. Non è molestia.
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Anche io non ho capito la scelta, ma è soggettivo. Di sicuro mi è dispiaciuto perdere i miei contenuti, per questo li ripropongo
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Un vero peccato togliere i contenuti. Grazie per aver postato il tuo, è un biglietto per chi viaggerà in treno. E con te. Spero che posterai man mano gli altri testi.
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Ciao Tiziana. Grazie dell’apprezzamento. Li posterò senz’altro
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Che bello questo post! Mi sono davvero rivista in tutto, specie da neofita di questa vita altalenante che è il pendolarismo.
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Grazie PPC (ti rendo acronimo 😉
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Per un istante ho pensato che Cartaresistente avesse riaperto i battenti…e invece no. Vabbé per lo meno potrai traslocare qui le tue annotazioni 😊 Buona giornata!
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Si, per lo meno questo. 🙂
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Pensavo di trovare il “perdete ogni speranza, voi che entrate”, o almeno “nel mezzo del pendolar di nostra vita, mi trovai in una stazione buia da un’interruzione di energia elettrica”, ma con una prosa ancora più avvincente! Sei maestra nello scrivere …
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Vedi che pure tu sei un adulatore 😉
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un bel periodo..anche io vorrei recuperare i miei articoli…è su Cartaresistente che ho iniziato a scrivere
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Non sapevo avessi iniziato lì. Io ne sento la mancanza di CTR
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