“A culo nudo suso la preda rengadora, la quale sia ben unta de trementina, tre volte dicendo tre volte cedo bonis, cedo bonis, cedo bonis”*
Tra tutti gli usi che di questa pietra nei secoli si sono fatti, questo è quello che mi è più caro. Era il rituale medioevale imposto ai debitori insolventi che promettevano così di saldare i creditori vendendo i propri beni. Non che io sia un sadico figuro, ma il nonno di mio nonno ne scriveva ai famigliari, ricordando la sua terra. Da quelle lettere è partito il mio viaggio di ritorno a Modena, anche se non ho mai compiuto quello di andata. Fu l’avo Emilio a raggiungere il Cile a inizio secolo, lo scorso. Per ritrovare lui sono qui da alcuni mesi a inventarmi una tesi di laurea per camuffare la ricerca delle mie origini. In nessun archivio, documento o libro, ho trovato smentita a quelle lettere di un ignorante ciabattino che sapeva tutto della sua città. E di nessun luogo, strada, o casa, Emilio scriveva di sentire la mancanza, come di questa pietra.
Ogni giorno, da quando sono arrivato, mi sono sdraiato sul suo marmo rosso, a contemplare il cielo, a guardare Piazza Grande e la sua gente, come lui le aveva guardate. Da prima intimidito dalle antiche origini romane della Preda, non osavo toccarne la superficie, ma poi ho visto e ho capito quel che intendeva Emilio: questa pietra è parte viva della città, non un monumento da ammirare. Tutti vi salgono per riposare, scrivere, leggere, giocare o anche solo per provare, come ho fatto io che ne sono stato conquistato.
La prima volta che mi ci sono sdraiato l’ho fatto per capire Emilio. Era ancora in viaggio sulla nave per l’America, quando fece scrivere, lui analfabeta, la sua prima lettera alla madre. Le disse che l’aveva provata la Preda Ringadora, ci si era sdraiato per imitare i cadaveri degli annegati che in tempi antichi vi venivano adagiati sperando che qualcuno li riconoscesse. Lui non sapeva esprimersi, ma ci provava. Era la disperazione di quel gesto, quel sentirsi come un morto, che lo portò via da casa, per rinascere lontano. E all’alba della partenza, come atto di congedo, Emilio salì in piedi su questa pietra delle arringhe, come gli antichi banditori che da qui gridavano gli editti, come i lontani oratori che arringavano alla folla e salutò la sua città e la sua gente, abbracciando con lo sguardo questa piazza e il Duomo. E del Duomo scrisse alla sorella Anna, ricordandole quando andavano al mercato con la nonna a comprare il grano, dosandolo con le “mine**” sul “di dietro” della cattedrale. E solo stando qui ho capito quel racconto, vedendo le misure modenesi scolpite su quell’abside che si guarda proprio dalla Preda Ringadora.
Queste sono le ultime notizie che diede di sé alla famiglia. Lasciò così il suo mondo per scoprirne un altro, che è poi diventato il mio. E per chiudere il cerchio di queste nostre vite, all’alba della mia partenza, saluto Modena dalla Preda Ringadora, annotando queste poche righe e me ne torno a casa.
* il debitore doveva sedere il sedere nudo sbattendo con forza sulla pietra cosparsa di trementina e ripetere tre volte “cedo bonus” ossia “svendo tutti i miei beni”, per poter saldare i propri debiti verso i creditori. Fonte: Archivio Storico Comunale di Modena
** Mina: unità di misura di volume, destinata a misurare le granaglie. Un recipiente-campione è scolpito nel marmo del Duomo di Modena con altre unità di misura.
Fotografia rielaborata da ilippo Maria Fabbri
Cartaresistente ha chiuso a gennaio 2018 e tutti i contenuti sono stati eliminati. Una perdita per molti visto la qualità degli scritti e delle immagini e le collaborazioni più o meno illustri che avevano fatto di Cartaresistene un punto di aggregazione per molti blogger. Ringrazio Nando e Davide per avermi accolta tra i loro autori e ripropongo qui i miei scritti perché conservarne memoria.
Le cose del passato mi mettono i brividi e mi interessano un sacco😀
"Mi piace""Mi piace"
Pensavo a brividi di paura, invece no. Io ne subisco il fascino
"Mi piace"Piace a 1 persona
No no non paura, non so di cose ma davvero vengo attratta dal passato😅
"Mi piace""Mi piace"
Lo capisco bene
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non ho ben capito cosa c’entri la trementina…
"Mi piace""Mi piace"
Brucia la pelle
"Mi piace""Mi piace"
Allora non ho capito la traduzione!
"Mi piace""Mi piace"
E ci ha pure ragione visto che mi sono dimenticata di metterla. Il debitore doveva sedere a culo nudo sbattendo con forza sulla pietra cosparsa di trementina e ripetere tre volte “cedo bonus” ossia “svendo tutti i miei beni”, per poter saldare i propri debiti verso i creditori.
"Mi piace""Mi piace"
Ah, curioso il “suso”… Complemento di salto sul luogo, in pratica 😀
"Mi piace""Mi piace"
Eh
"Mi piace""Mi piace"
Questa storia mi era rimasta bene impressa… 😳
"Mi piace""Mi piace"
Perché é crudele. Direi che un tempo non si facevano poi molti scrupoli
"Mi piace""Mi piace"
Sarà crudele, ma so io chi ci metterei dei parecchi personaggi odierni dai quali – mi vengono i brividi che specifico di paura, anzi di panico – a pensare che sono nelle mani loro, io i miei bonus insieme a tutta una nazione.
Che io non ce l’ho mica l’età di emigrare in Cile!!!!!
"Mi piace""Mi piace"
Diciamo che a volte si guarda con nostalgia a certe pratiche…
"Mi piace"Piace a 1 persona