Katia mi manda questo ennesimo incrocio tra natura morta ferroviaria e filosofia da muro, che muro non è:
Le due scritte sembrano vergate dalla stessa mano, forse femminile, su una macchinetta per la vendita di caffè e tramezzini immarcescibili (nel senso che non marciscono mai, con quel che c’è dentro credo non siano neanche digeribili) in una stazione probabilmente emiliano-romagnola.
Non mi sembra vi possa essere un collegamento logico tra l’invettiva generale contro i militari (mercenari e stupratori in un solo colpo), e l’approvazione candida del sorriso sdentato di chissà chi, ma entrambe le frasi si chiudono con un punto esclamativo, e la mano si firma #truelove, una tag che può applicarsi ad entrambe.
Magari #truelove racconta una storia di sevizie e violenza da parte di un gruppo di militari ai danni di una donna rimasta senza qualche dente dopo l’aggressione, vai a sapere…
Barney
Cavolo…
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eh. Non ci è andato/a leggero/a
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Io avrei fotografato solo la seconda frase e ci avrei costruito sopra il racconto di una mamma un po’ anticonformista e del suo bambino di pochi mesi… buona giornata!
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anche io ho pensato a un bambino… Diciamo che in questo caso non ho voluto filtrare, ma documentare
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Rimarchevole nella foto è la Pendolante in vestitino estivo chiaro 🙂
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Se la vedo in giro glielo faccio sapere 🙂
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🙂
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