Non è un paese per giovani: Veronesi guarda fuori dal finestrino

Per gli ascoltatori de “Non è un paese per giovani”, in onda su Rai Radio 2 tutti i giorni, le introduzioni di Giovanni Veronesi sono un appuntamento atteso. Questa in particolare parla di treni e me l’ha segnalata il mio spacciatore di fiducia di citazioni ferroviarie: The Quiet Man. Un sempre grazie a lui.

Qui potete ascoltarla dalla voce di Veronesi

Guardo la natura correre dal finestrino del treno
Ci sentiamo dopo. Ok ciao. E intanto guardavo la natura che correva dal finestrino del treno. Già, la natura! Alberi, prati, colline, fiumi, laghi, montagne, campi coltivati, boschi, tutta natura. Sì, sì, ci sentiamo dopo ma adesso fammi vedere la natura.
Ci sentiamo dopo. Ok ciao. E intanto guardavo la natura che correva dal finestrino del treno. Già, la natura! Alberi, prati, colline, fiumi, laghi, montagne, campi coltivati, boschi, tutta natura. Sì, sì, ci sentiamo dopo ma adesso fammi vedere la natura. E chi la osserva mai? Che spettacolo! Case, tralicci e strade, li elimino con gli occhi e spendo più tempo ad osservare il verde, le chiome degli alberi. Qui tutti dormono, è pomeriggio inoltrato. I viaggi in treno sono fatti per essere dormiti, credevo io, e invece ora capisco che ho sempre sbagliato. I viaggi in treno sono fatti per essere viaggiati. La natura! Ma chi la guarda mai!? C’è una cava, un lago di pesca sportiva e una fila di cipressi che sembrano finti. Un campo sportivo e gli spogliatoi illuminati. Stanno ancora giocando. Via i tralicci. Quelli non li voglio vedere. Due fari all’imbrunire fanno subito film. I lampioni si accendono davanti ai miei occhi. Devo aver beccato uno di quei momenti in cui la natura dà il meglio di sé. Galleria, tutto buio che rimbomba. La galleria attraversa una collina, la buca, la sfonda, la perfora da parte a parte, come la lama di una spada. Io non sono certo un naturista estremo, mi accorgo però, guardando fuori, di quanti interventi umani ci siano in un solo ettaro di natura. Un altro treno ci sfreccia accanto in direzione opposta. Che flash. Sta per venire buio, mancheranno pochi minuti e poi, sarà tutto scuro, come ieri, come in galleria. E qui nessuno si sveglia. Passa il signore del bar ma non affitta nulla, anzi, per non svegliare la gente, fa piano col carrello. C’è la natura fuori, vorrei dirgli, ma lo vedo bene in faccia deve essere di quei romani che se gli dico una cosa del genere risponde “e sti cazzi?” Allora sorrido e resto muto. Intanto fuori si vedono a malapena i contorni delle cose, i profili delle montagne. S’è svegliato uno con i capelli tinti. Ma si volta dall’altra parte e ridorme. Una signora prima si alza e va in bagno credo. Per esserne certo dovrei seguirla. Resto a guardare fuori, ormai l’oscurità è padrona. Solo ancora un po’ d’azzurro profondo in fondo all’orizzonte. In dieci minuti s’è fatto buio e la natura è scomparsa. Ora fuori è tutto nero, come il fondale di un teatro povero, come l’inchiostro, come i miei calzini. Un traliccio illuminato. Non lo guardo nemmeno. E’ finito il momento magico. Tutti si sono svegliati, ora dormo io.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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2 risposte a Non è un paese per giovani: Veronesi guarda fuori dal finestrino

  1. Guido Sperandio ha detto:

    Immagine splendida.
    Il testo, a viva voce forse emoziona, ma così scritto… ripetitivo e prolisso…. sì, sì, OK, ci sentiamo dopo…

    Piace a 1 persona

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