Ritorno a Porta Nord

Philippe Grimbert. Un Secret. Hachette.

Spinta da curiosa necessità, mi sono riaffacciata in stazione dopo sei mesi di latitanza. Nessun abbonamento, solo un viaggio.

Non vi racconterò della segnaletica unidirezionale nei sottopassaggi, o dei divieti di salita da alcune scale a favore di altre e nemmeno delle grosse vetrofanie rosse che impediscono l’accesso ad alcune porte dei vagoni per indirizzare a quelle vicine. Tanto in pochi sembrano farci caso, ma a bordo tutti indossano mascherine, sebbene in moli abbiano difficoltà nel riconoscere tutte le parti anatomiche che dovrebbero starci dentro.

Un uomo rimane indeciso per tutto il viaggio se coprire il pizzetto che ha sul mento oppure il naso, così fa prendere aria all’uno o all’altro alternativamente, mentre la mia vicina ha deciso definitivamente di non poter rinunciare a percepire gli afrori del viaggio e delle quattro colleghe che animano il vagone col loro fragore mattutino, una non sente l’isolamento nell’essere l’unica con la mascherina nel sottomento.

Aneddotica a parte il treno procede per la sua strada incurante dei passeggeri e di un paesaggio immutato salvo il passaggio delle stagioni. E in fondo nemmeno i pendolari sono diversi, hanno solo un pezzo di stoffa in più.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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21 risposte a Ritorno a Porta Nord

  1. romolo giacani ha detto:

    Mai avremmo immaginato che ci sarebbe mancata così tanto la quotidianità

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  2. Fosse anche servito per non far sentire sola tua figlia al ritorno a scuola, ben venga una giornata di rientro pendolare. 😉

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  3. rodixidor ha detto:

    Bello ritrovarti.

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  4. stravagaria ha detto:

    L’uso corretto della mascherina è un optional anche al di fuori delle stazioni… mi manca di vederla usata come fascia per i capelli e poi siamo a posto 😉

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  5. Guido Sperandio ha detto:

    Lady K. alias “Pendolante” che torna è consolante anche se tutto il resto resta sconvolto tra mascheramenti, filtri, barriere e segnaletiche. Non riesco ad abituarmi, come esco di casa mi sembra di entrare in un film lunare. Con questo, visto che il virus c’è ed è una realtà che non esita a colpire sia vite che posti di lavoro, continuo a non capire la mancanza di prudenza, le assurde sfide alla Trump o Bolsonaro (per non parlare dei grilli e zangrilli parlanti di casa nostra). La prudenza è non solo a beneficio proprio, ma anche per rispetto e affetto nei confronti di chi ci sta vicino e comunque per gli altri, non tutti disponiamo di una suite al S.Raffaele con una corte di servitù e primari al nostro servizio e quarantene in villa. Ancora mi capita di incontrare gli irriducibili del “È tutta una montatura”!!!

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  6. marco1946 ha detto:

    Purtroppo conosco anch’io uno degli Irriducibili menzionati.
    Forse un suo antenato viveva a Pompei e quando vide un po’ di fumo uscire dal vulcano disse “Non c’è da preoccuparsi…”

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  7. Miss Fletcher ha detto:

    Immagino che sia davvero tutto molto complicato, speriamo che presto tutto questo diventi solo un ricordo!

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  8. Tratto d'unione ha detto:

    Spero tanto che tutti possiamo tornare il prima possibile alle nostre “normalità” senza mascherina (non la sopporto), ma nel frattempo proteggiamoci reciprocamente con tanta pazienza 😦

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  9. lisa ha detto:

    Siiiiii abbiamo ricominciato a riprendere il treno con te!!!! 😊

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  10. lisa ha detto:

    😊😊😊😊

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  11. Marco Carnazzo ha detto:

    Mi sono mancati questi tuoi post!

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