Il sedile porta oggetti

  Oggetti ad occupare un sedile pendolare. Legge l’uomo, ma accanto a sé ha seduto il cellulare, in punta di sedile, pronto all’uso al primo squillo di bisogno. E anche gli occhiali per la miopia li ha accomodati sul sedile il tipo, che mica servono a vedere righe e frasi del racconto. E sono utili anche come ferma carte e schiacciano il foglio con l’appunto preso a biro, abbandonato in mezzo alla seduta, in balia evidente di venti e maestrali. I finestrini sono tutti chiusi, ma l’aria del condizionatore, in raptus improvviso di follia, potrebbe sollevarlo e portarlo via… Di carta è anche il fazzoletto, piegato – prima- come nel pacchetto. Lo usa rumorosamente aperto in due, si soffia il naso e lo appoggia esattamente dove stava prima, senza chiuderlo, piegarlo o accartocciarlo. Aperto. Poi per fortuna torna a utilizzarlo, lo toglie dal sedile e ora se ne fa un dovere di appallottolarlo. Lo getterà sicuro nei rifiuti o in una tasca che non lo fa vedere… E invece lo rimette ancora lì, dove qualcuno appoggerà il sedere. 

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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20 risposte a Il sedile porta oggetti

  1. stravagaria ha detto:

    Viaggiare in treno è un esercizio continuo di tolleranza. E se si è, giustamente, un po’ schifiltosi la partita è persa in partenza… Eppure basterebbe che le mamme insegnassero come si usano i fazzoletti e come servirsene senza offendere la sensibilità altrui. Povera Katia…

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  2. Orrore! Ma ciò che mi spaventa di più mei treni è la scelta obbligatoria tra l’aria condizionata a 10°C da aprile a settembre o il riscaldamento a 40°C da ottobre a marzo. A volte però le ferrovie per spezzare il ritmo ci concedono guasti all’aria condizionata e finestrini sprangati.

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  3. alidivelluto ha detto:

    Ricordo il mio impatto con il Giappone. Dall’aeroporto di Kyoto alla città prendiamo uno shinkansen che sembra un astronave (tutto pulitissimo). Allora da noi l’alta velocità era un miraggio. La gente lascia sul tavolino del treno cellulari, documenti e pc, si alza e va allo scompartimento per fumare o a comprare una bibita lasciando tutto li. Sicuro che nessuno toccherà nulla. Solo più tardi abbiamo scoperto che fanno lo stesso anche al ristorante o nei dehor dei bar in centro a Tokio 🙂

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  4. Guido Sperandio ha detto:

    Doppiamente da riformatorio a calci in culo, primo perchè si arroga tutto un posto a sedere; per secondo perchè ne fa uso ancora un po’ da latrina.
    Il guaio che… fosse il solo caso di inciviltà! E mi riferisco anche ben oltre al treno.

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  5. edp ha detto:

    La meraviglia del treno è non sapere che cosa han fatto prima di te sul sedile. E goderne ugualmente. Quando vedo quelli che puliscono e disinfettano mi vien tristezza e penso che poveri loro a pensare di doversi difendere da un sedile.

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  6. Il Parricida ha detto:

    Dio mio. Mi è capitato di notare in diversi soggetti questa abitudine terrificante di mettere in bella mostra l’entusiasmante contenuto del fazzoletto usato. Indagarne le cause è inquietante e comico. Facilitarne l’eventuale riutilizzo? Contemplarne il prodotto con fierezza? Chissà.
    Buon appetito.

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  7. mitikalu ha detto:

    questione fazzoletto a parte, a me danno fastidio anche quelli che occupano il sedile con i loro oggetti anche quando stanno salendo milioni di persone e glielo devi proprio chiedere se ti puoi sedere lì sennò da soli non lo sgomberano…

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