Lettrice con morte di un cardinale

Paolo Regina. Morte di un cardinale. Milano, Feltrinelli. La serie del Capitano De Nittis n. 2

Sulle tratte Trenord di Ammennicolidipensiero il giallo la fa da padrona. Non conosco questo autore, ma questo libro è il secondo di una serie. Sempre grazie ad AdP per le sue condivisioni

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Lettrice con Siamo noi a dire basta

Colleen Hoover. It Ends with Us. Siamo noi a dire basta. Sperling & Kupfer

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Lettore con le parole

Paolo Capitini, Mirko Campochiari. Le parole della guerra. Viaggio nel mondo dei termini militari-esercito. Parabellum & Partners.

I motivi per leggere questo libro sono diversi, alcuni contraddittori tra loro: conoscere ciò che si avversa o studiare ciò che si ama. Informarsi per comprendere un gergo che ancora (sempre una volta di troppo) viene usato da telegiornali e stampa. In ogni caso non è un libro che affronterei volentieri.

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La strana storia del cane dal finestrino del treno

Tutti i giorni, poco prima della stazione di Reggio Emilia, attraverso il finestrino la signora vede un cane. Tutti i giorni si chiede cosa ci faccia quella sagoma a mezz’aria. Tutti i giorni si domanda come fare a scoprirlo. E’ pendolare la signora, ma non ferma a Reggio, prosegue oltre, anche se non di molto.

Tutti i giorni una pendolare arriva a Reggio Emilia e ci si ferma, senza mai badare al cane, sebbene proprio lì dove lavora se ne sta quel cane.

Il manicomio confinava con la ferrovia. Era uno di quegli istituti fatto a villaggio, a pochi chilometri dalla città, ovviamente verso est, autosufficiente. Lo aveva voluto il Duca Francesco IV d’Este. Il suo confine, arginato da mura, era segnato da un lato dalla via Emilia, dall’altro dalla linea ferroviaria Milano-Bologna. Stanno ancora lì, tutte e tre: la via Emilia, la ferrovia e il manicomio, che ora manicomio più non è. Da qualche anno, alla tratta principale corre parallelo un binario che porta a una sola fermata, che porta il nome del manicomio: il San Lazzaro.

Due pendolari, la ferrovia, un manicomio e un cane.

Attraverso l’Ufficio informazioni, una ricerca in rete, e una telefonata, la prima pendolare arriva alla seconda e dalla ferrovia si arriva al manicomio (ex). La curiosità fa il resto e una lunga passeggiata per il parco (ora campus) porta a un sottopassaggio, al confine con la ferrovia, là dove la signora poggia lo sguardo ogni mattina dal finestrino del treno.

Il cane se ne sta, di pezza, appollaiato su un cerchione di bicicletta issato su un palo. Ad ogni alito di vento, o passaggio di treno, la ruota gira e il cane con lei. Ha visto tempi migliori il peluche, ma non se la passa male. Sta di guardia a un orto, dicono abusivo, ma molto curato. Uno spaventa passeri che dall’alto controlla quel fazzoletto di terra tra le due tratte ferroviarie, quella lunga, verso Milano, quella morta verso il San Lazzaro.

Non è dato sapere la signora guardi ancora dal finestrino il cane che non è più un mistero.

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Lettrice con … game

Partiamo col quiz del lunedì by Ammennicolidipensiero. La signora, troppo impegnata col suo smartcoso, lascia intravedere un libro nella borsa, forse una graphic novel. A chi indovina in omaggio un viaggio in orario sulla tratta Trenord di AdP.

Ps. Non conosciamo la risposta giusta, quindi potete ipotizzare la qualunque.

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Meditazione pendolare

La meditazione pendolare è una tecnica olistica accreditata per combattere lo stress del viaggiatore. I pendolari sono esenti dal ticket per ogni prestazione erogata dal Sistema Ferroviario Nazionale. Solo i più esperti possono raggiungere la piena consapevolezza attraverso esercizi di Mindfulness da vagone: ci vogliono anni di applicazione quotidiana per non farsi distrarre dal rollio della carrozza, dal brusio dei pendolari, dallo stridio dei freni, dagli odori da vagone e dagli annunci di ritardi. Dopo un periodo sufficientemente lungo di pratica, il viaggiatore che focalizza l’attenzione sul momento presente coltivando un atteggiamento non giudicante, avrà meritato lo status di Pendolare.

Oppure dorme.

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Lettore con Lo spirituale

Vasilij Kandinskij. Lo spirituale nell’arte. SE.

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Viaggio in incognito

Indossano il medesimo trench beige di suggestione spionistica. Le due, una bionda, l’altra ovviamente mora, parlano una lingua dell’est Europa non meglio identificata che acuisce le reminiscenze cinematografiche di pellicola da guerra fredda, magari ambientate oltre cortina. Il medesimo rosso lacca le unghie. Ogni gesto amplifica la suggestione: infilarsi un auricolare, controllare lo smartphone, parlottare fitto tra loro. Solo quando la stanchezza ha la meglio e si abbandonano al sonno del viaggiatore appaiono per quello che sono: due passeggere che da un luogo si spostano in un altro. 

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Lettore con Fisica

Fisica 1. Editore Alpha test.

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I treni in libreria: A una fermata dal destino

Robert Krause. A una fermata dal destino. Editrice Nord.

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