Lo aveva gia letto Pendolo0 in versione originale e Ilaria nella traduzione per i tipi della Piemme. La ragazza del treno è un giallo che si legge d’un fiato, che ha diversi livelli di lettura e i punti di vista si alternano fino ad arrivate a combaciare nell’epilogo. Non un capolavoro della letteratura, ma senz’altro un libro che t’incolla alle pagine, col valore aggiunto (per un pendolare) di essere ambientato tra stazioni e treni.
Paula Hawkins. La ragazza del treno. Piemme, 2015
Lunedì 8 luglio 2013
Mattina
È un sollievo essere di nuovo sul treno delle 8.04. A dire il vero, non muoio dalla voglia di arrivare a Londra per iniziare la settimana; anzi, Londra non mi piace per niente. Voglio soltanto affondare nel morbido schienale di velluto, sentire il calore del sole che filtra dal finestrino, cullata dal dondolio del vagone, al ritmo confortante delle ruote che corrono sui binari. Preferisco stare qui, a guardare le case che sfilano una dietro l’altra, più che in qualsiasi altro posto.
C’è un semaforo difettoso sulla linea, a metà del percorso. O per lo meno credo che sia guasto, perchè non è mai verde. Ci fermiamo spesso: a volte per pochi secondi, altre per parecchi minuti. Se ho trovato posto nella carrozza D, come capita quasi sempre, e il treno si ferma proprio in quel punto, ho una visuale perfetta della mia casa preferita: quella al civico 15.
È come tutte le altre abitazioni che costeggiano questo tratto della ferrovia: una villetta bifamiliare a due piani, con un piccolo giardino ben curato e lungo pochi metri, fino alla terra di nessuno che lambisce i binari. La conosco alla perfezione: i mattoni, il colore delle tende della camera al piano superiore (beige, a motivi blu), la finestra del bagno con la vernice scrostata, le quattro tegole che si sono staccate dal tetto, sul lato destro.
Durante le sere d’estate, gli abitanti della casa, Jason e Jess, escono sulla terrazza che è stata ricavata dall’ampliamento del tetto della cucina. Sono una bella coppia, praticamente perfetta.
[pp. 15-16]
Lettura d’evasione che mi sembra perfetta per queste giornate. È nella wish list 🙂
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🙂
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mi ispira un casino, prima o poi sarà MIO!
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Adatto per l’estate
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E non poteva mancare questo libro, d’estate poi si leggono volentieri anche cose meno impegnative,
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È vero 🙂
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http://www.paolonori.it/come-si-doppiavano-i-film-in-unione-sovietica/
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Mi chiedevo cosa centrasse il doppiaggio dei film in Unione Sovietica con il libro. Paolo Nori la prende sempre larga, ma poi arriva al dunque e ha ragione
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Ieri ho visto il film tratto dal libro e ho fatto una ricerca sul tuo blog: mi stupiva che tu non ne avessi parlato 🙂
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ma sai che il film ce l’ho lì da vedere da tanto? E’ che dopo aver letto il libro…non so, non mi ispira
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Non è un capolavoro ma l’idea di fondo è carina.
A me ha attirato il trailer: mi rivedevo troppo nella tipa che guarda le case dal treno e si immagina le vite degli abitanti.
Per fortuna le somiglianze finiscono lì 🙂.
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Quello era l’unico aspetto che mi attraeva
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