Viaggio tra gli odori

11888_maschera-antigas_1_mOdore acre di piscio all’imbocco della scalinata che dal parcheggio scende al sottopassaggio; dolciastro, di muffa e umidità nella galleria, sovrastato da quello pungente del detersivo industriale della macchina lava pavimenti.

Il profumo di aria pura, nel risalire ai binari, è solo illusorio, dura pochi secondi, poi è il puzzo di diesel delle locomotive da manovra che investe le narici; occasionale, ma si fa ricordare. Più frequenti l’odore di fumo di sigaretta o quello di caffè cattivo, liofilizzato, da distributore automatico.

Il treno che arriva può porta tanfo di nafta o diesel ma solitamente l’elettricità non fa odore, mentre lo scarico del bagno, tempestivamente azionato all’arrivo in stazione, ripropone il tanfo di urina.

L’essenze di varia umanità, disperse sulla banchina nell’attesa, si compattano davanti alle porte dei vagoni. Le giacche invernali preservano dall’esalazione ma una volta accomodati, spogliati, sui sedili si aprono boccette di profumi, aromi più o meno speziati, olezzi: la fragranza di pulito della signora ingioiellata accompagna l’affluivo di naftalina del suo vicino; il profumo dolciastro del lucidalabbra della ragazza in blu contrasta l’odore del cane accucciato sotto al sedile; sa di stantio il vecchio col giornale e di fresco il ragazzo col maglione; l’eccesso di dopobarba e profumi da donna non mancano mai. E l’estate ha da venire.

Di nuovo l’odore della stazione all’arrivo, poi il fetore del barbone sulla panchina, lo stomachevole dolciastro di burro delle brioches surgelate, riscaldate nel bar della stazione. E la puzza di smog sul piazzale esterno, il disgusto di cacca umana al lato della rastrelliera porta biciclette…

Questi gli odori di una giornata, ma altri e vari se ne possono trovare perché se è vero che il nostro olfatto è spesso tiranneggiato dalla vista, è certo che nel viaggio di un pendolare l’odorato viene sollecitato spesso, anche quando ne farebbe volentieri a meno, tanto che lo spostamento verso il lavoro diventa anche itinerario olfattivo che le stagioni variano di poco, semmai enfatizzano.

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Storia sociale degli odori. XVII e XIX secolo. Alain Corbin. Mondadori, 1983. Nuova edizione 2006.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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12 risposte a Viaggio tra gli odori

  1. Sonia ha detto:

    “Mi son fatto tutto da me, mi son fatto tutto da me… mi son fatto tutto di merda”. Che genio Gaber, e che bella metafora per certi personaggi che ancora oggi si ripropongono perché sono imprenditori di successo che si sono fatti tutti da sè… peccato che l’odore che emanano si senta anche senza stargli vicino.

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  2. Fabio ha detto:

    La cantavo a mio nipote quando Rodari era ancora di moda:
    Io so gli odori dei mestieri:
    di noce moscata sanno i droghieri,
    sa d’olio la tuta dell’operaio,
    di farina sa il fornaio,
    sanno di terra i contadini,
    di vernice gli imbianchini,
    sul camice bianco del dottore
    di medicine c’è buon odore.
    I fannulloni, strano però,
    non sanno di nulla e puzzano un po’.

    Però…fannulloni è una parola un pò desueta. Bisognerebbe sostituirla con una parola di uso più comune…e che faccia rima…mah, a te viene in mente qualcosa?

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  3. linda ha detto:

    C’è della poesia, in questa vita vissuta.

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  4. quasistar ha detto:

    Mi ricorda qualcosa… Quante volte l’olfatto viene inutilmente sovrastimolato durante i viaggi!

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  5. La maschera antigas che mi accoglie all’entrata dovrebbe essere distribuita insieme ai biglietti del treno…il pezzo mi è piaciuto assai.Molto brava!

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  6. Aldievel ha detto:

    Questo è un bel post! A mio avviso puoi tirar fuori un discreto glossario e pubblicarlo in una pagina a parte… 🙂

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