Fumane mattutine

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Il buio del mattino è addensato dalla prima nebbia autunnale. Non quella bassa, che solletica la base delle case, nasconde i campi sospendendo le cime degli alberi senza più tronco, non quella a banchi che appare come nuvola tra il sereno, ma la fumana fitta che tutto nasconde. Carreggiata e case che giocano a nascondino e sbucano all’improvviso gridando il cu-cu dei bambini; folli ciclisti adolescenti che sul ciglio pedalano senza fari verso la fermata della corriera; aironi scontornati dalla nebbia che illuminati dai fari sembrano il segnale notturno dell’eroico pipistrello. Così procedo verso la stazione che la ridotta velocità allontana notevolmente, prolungando un percorso solitamente breve. L’avvicinarsi della città sfalda la nebbia, la dirada, la schiarisce, ma non la vince, mentre i lampioni della stazione la intristiscono. E triste è il parcheggio, le sagome curve dei pendolari che oggi son più muti del solito.
La sagoma imponente del treno arriva in anticipo e sosta sul binario per cinque minuti. Il vagone freddo ha luci notturne che ingiaĺliscono i visi di pochi passeggerie. Bizzarra mattina d’autunno.
Viaggia veloce il treno, beffando la fumana che non lo turba. Ma il finestrino è opaco di nebbia e i viaggiatori non guardano fuori per non smarrirsi in quel nulla, in quel senza case, campagna, orizzonte. Nessun punto di riferimento, nessun luogo noto, nessuna certezza. Solo il riflesso di se stessi nel vetro.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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22 risposte a Fumane mattutine

  1. cinziarobbiano ha detto:

    poesia 🙂

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  2. Veronica Adriani ha detto:

    In certi punti di Roma e provincia capita spesso in inverno di dover fare i conti con la nebbia, soprattutto la mattina presto. Ci credi se ti dico che non riesco proprio ad abituarmici?

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  3. romolo giacani ha detto:

    E neanche un irto colle, dove salire piovigginando?

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  4. stravagaria ha detto:

    Fortunatamente la nebbia, quella che “si tagliava col coltello” per dirla con i miei nonni, che si insinuava anche nelle vie del centro cittadino e mi accompagnava mentre andavo a scuola è quasi introvabile. Dove abito attualmente, poi è davvero rara ma ogni volta che vado a trovare un’amica nella zona sud di Milano la ritrovo, tenace, fredda e avvolgente. Non la migliore delle compagne di viaggio.

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  5. Tratto d'unione ha detto:

    E il naufragar t’è dolce in questa fumana 😉

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  6. massimobettini ha detto:

    fa quasi venir voglia di andare a lavorare…

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  7. Wish aka Max ha detto:

    “aironi scontornati dalla nebbia che illuminati dai fari sembrano il segnale notturno dell’eroico pipistrello”.
    L’ho riletta più e più volte. Unione di moderno e antico. Immagine meravigliosa. Evocativa come poche, una forza narrativa rara. Brava, e grazie. Per l’emozione.

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  8. Miss Fletcher ha detto:

    La poesia della nebbia, un elemento al quale non sono abituata…ricordo sempre una vacanza di diversi anni fa da amici, un weekend a Vigevano, a gennaio. Era stranissimo per me aprire la finestra e trovare ancora la nebbia della sera prima. La nebbia soffusa che tutto avvolge, ha anche lei il suo fascino e tu hai saputo raccontarlo benissimo, bello davvero questo post.
    Un bacione cara, buona giornata!

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  9. Stefano ha detto:

    bel pezzo, brava!

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