Un solo errore. Bologna, 2 agosto 1980. Italia, 2012. Documentario di Matteo Pasi.
- Regia: Matteo Pasi
- Soggetto: Massimo Venieri, Gabriele Nicoletti, Matteo Pasi
- Sceneggiatura: Gabriele Nicoletti, Christian Nasi, Matteo Pasi
- Riprese: Daniele Cucci, Matteo Pasi
- Montaggio: Paolo Marzoni, Davide Rizzo, Cristian Nasi
- Musiche: Daniele Silvestri, Francesco Guccini, Modena City Ramblers
- Musiche originali: Stefano Calzolari, Daniele Furlati, Daniele Schito
- Grafica e animazione: Daniele Curci
- Disegni: Paolo Bassi
Un documentario che da voce a chi c’era, hai superstiti, ai soccorritori, ai magistrati, ai famigliari delle vittime. Una giornata d’agosto, tanti motivi per viaggiate in treno e attraversare la stazione di Bologna. Chiunque di noi poteva trovarsi lì. Nei contenuti extra del DVD le vicende processuali. Il 2 agosto 1980 era solo ieri. Ricordiamolo.
Con interventi di: Carlo Lucarelli, Paolo Bolognesi, Licio Gelli, Libero Mancuso, Renato Zangheri, Claudio Nunziata, Lidia Secci, Roberto Scardova e altri.
Nel booklet: prefazione di Carlo Lucarelli e interventi di Antonella Beccaria, scrittrice e giornalista per Il Fatto Quotidiano, e Andrea Speranzoni, avvocato penalista del Foro di Bologna.
Trama
Il più feroce attentato della storia repubblicana, il cinico tentativo di abbattere la democrazia, un sanguinario colpo contro la popolazione inerme che sta partendo per le vacanze.
I terroristi commettono un unico errore: aver scelto Bologna come obiettivo.
I soccorsi sono immediati, la città manifesta il proprio sdegno “rioccupando” le piazze percepite come “luoghi della democrazia” e da subito, tramite la voce dell’allora sindaco di Bologna Renato Zangheri e l’immagine impressa nella memoria collettiva dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, si leva con forza la richiesta di verità e giustizia.
Le indagini dei magistrati bolognesi e l’impegno costante dell’Associazione dei familiari delle vittime conducono per la prima volta ad individuare e condannare gli esecutori materiali della strage: i neofascisti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari); e i depistatori che fin da subito hanno ostacolato l’accertamento della verità: la P2 di Licio Gelli e i massimi vertici dei servizi di sicurezza, dalla prima manovrati.
Dal lutto rinasce un’idea di società civile che dal lutto elabora un impegno ed una strategia collettiva che vede nelle giovani generazioni, ancora oggi troppo disinformate e disincantate, il principale antidoto alle trame occulte che fin da Piazza Fontana hanno avvelenato e avvelenano ancora oggi, grazie anche all’ubriacatura dei mass media, la nostra democrazia.
Da vedere.
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Sì
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Un brutto episodio. Ma se possibile la città ne uscì più forte di prima. Sulle responsabilità io non sono così sicuro… C’era troppa gente ambigua a Bologna in quel periodo.
Ciao!
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Credo ci siano molte zone scure ancora
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Ricordiamolo, anche se la violenza (e la vigliaccheria!) purtroppo, cambia di volta in volta aspetto e protagonisti così che riesce sempre a fare nuove vittime e a sorprendere.
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La violenza come essere senziente… inquietante!
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Un documento da vedere, grazie Katia per la segnalazione.
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A te Miss
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brividi, paura, orrore.Memoria, a modo suo, il solo sostantivo con valenza positiva
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Non c’è molto di positivo in questa vicenda, anche ricordarla fa ma
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Cofferati, sindaco non bolognese della città di Bologna, dopo qualche tempo dall’inizio del suo mandato chiese, tra sconcerto e fatica, a un suo collaboratore “Ma qui a bologna i cittadini creano un comitato per ogni argomento di discussione?”.
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Certo! Così si fa, ci si intetessa
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Di sicuro a Bologna!
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Per quello “un solo errore”
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Eh già!
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