Rime stonate di stazione notturna

 Dorme di notte la stazione. Cambia faccia, cambia umore. La frenesia si spegne come luce da un interruttore, la folla si dirada con l’avanzare delle ore. Spariscono i quotidiani pendolari, rimangono i pochi viaggiatori occasionali. Niente ristoro dal bar che ha luci spente, caffè ad un distributore di cui poi ci si pente. Sigarette consumate sul binario, eco di passi di un solitario. Capo treno col suo fischietto, tossici chiusi nel gabinetto. Tacciono voci e cellulari, niente più urla da comari. Solo il rumore delle rotaie, viaggiano puttane al posto delle massaie. Chiusi gli sportelli di biglietteria, ma li usano le persone da buttare via. Dormitori improvvisati per i senza tutto. Posti numerati come cuccette, un letto. E chissà se è necessaria la prenotazione, o si accomoda il primo che arriva in stazione.

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
Questa voce è stata pubblicata in Storie di banchina e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

28 risposte a Rime stonate di stazione notturna

  1. (non ho capito una cosa: quelli sono gli sportelli della biglietteria?)

    "Mi piace"

  2. Guido Sperandio ha detto:

    Anche negli sportelli di una biglietteria?
    Siamo a questo punto?
    Il progresso avanza, il Terzo mondo anche.
    [Mi viene da dire che oltre al saggio stilistico, offri spunti di informazione e meditazione, anche]

    "Mi piace"

  3. Tratto d'unione ha detto:

    Scrivilo come si deve, senza timidezze (quanto sei brava!).

    Dorme di notte la stazione.
    Cambia faccia, cambia umore.
    La frenesia si spegne come luce da un interruttore,
    la folla si dirada con l’avanzare delle ore.
    Spariscono i quotidiani pendolari,
    rimangono i pochi viaggiatori occasionali.
    Niente ristoro dal bar che ha luci spente,
    caffè ad un distributore di cui poi ci si pente.
    Sigarette consumate sul binario,
    eco di passi di un solitario.
    Capo treno col suo fischietto,
    tossici chiusi nel gabinetto.
    Tacciono voci e cellulari,
    niente più urla da comari.
    Solo il rumore delle rotaie,
    viaggiano puttane al posto delle massaie.
    Chiusi gli sportelli di biglietteria,
    ma li usano le persone da buttare via.
    Dormitori improvvisati per i senza tutto.
    Posti numerati come cuccette, un letto.
    E chissà se è necessaria la prenotazione,
    o si accomoda il primo che arriva in stazione.

    "Mi piace"

  4. massimolegnani ha detto:

    Fotografia, quella di parole intendo, scarna, nitida, toccante.
    ml

    "Mi piace"

  5. stravagaria ha detto:

    Foto impressionante! Per il resto han già detto tutto…

    "Mi piace"

  6. roceresale ha detto:

    Sono passata da uno stesso scenario, sabato. Metropoli, umidità, coperte bagnate.

    "Mi piace"

  7. Miss Fletcher ha detto:

    E’ vero, tu sei proprio brava Katia, con le parole e con le immagini.

    "Mi piace"

  8. tiptoetoyourroom ha detto:

    Sempre profondo il tuo sguardo: da una stazione, un convoglio, un binario sai raccontare il mondo. Anche quello infelice e ingiusto.

    "Mi piace"

  9. Vanni ha detto:

    Sempre belle cose da queste parti, quasi in rima, sembra una storiella ma storiella non è purtroppo!
    “ti stimo sorella!”
    cit

    "Mi piace"

  10. the quiet man ha detto:

    Bella. Ho un po tremato all’ardita rima rotaie-massaie. La foto è impressionante. Ma è la mia città? Non la riconosco più.

    "Mi piace"

  11. Lisa Agosti ha detto:

    Triste amaro… e probabilmente con prenotazione necessaria.

    "Mi piace"

Lascia un commento