Il treno nei libri: Poche parole, moltissime cose

Rosselle Milome. Poche parole, moltissime cose. Einaudi, 2013 (I coralli)

I treni pareva che l’aspettassero.
Non sapeva bene dove andare, e il non saperlo le fece più paura dell’idea di prendere il treno da sola; era difficile scappare in un posto che non si sa qual è, e per un momento provò fortissima, violenta, la tentazione di tornare a casa. Ma ormai il guaio era fatto è la madre l’avrebbe sicuramente sgridata, offesa e forse picchiata fino a non farla uscire più di casa.

Io ho sempre saputo dove andare; volevo andare nei posti che mi facevano stare bene. A casa mia non ci stavo sempre bene, eppure rimanevo perché dovevo. Non lo so. Non so se rimanere o andare dipende sempre da quello che uno vuole. Ora ho fatto quello che volevo, e sono felice. Tu dove andresti, per stare bene?

Anche lei voleva essere felice.
Vedeva passare un treno, poi un altro, poi un altro ancora. Arrivavano, si fermavano, sputavano via la gente, poi ne mangiavano altra, ripartivano. Il treno sapeva dove andare e forse anche quelle persone lì dietro ai finestrini.
La bambina rimase seduta su una giostra a forma di cavallo, fissando quei treni che sembrava s’inseguissero fino a quando qualcuno non si accorse di lei.
[pp. 187-188]

Informazioni su Pendolante

Pendolo dal 14 dicembre 2004. Per fare 43 km mi accontento di un’ora e tre mezzi di trasporto. Sono e faccio molte cose, ma qui sono solo una Pendolate. (Photos by Filippo Maria Fabbri)
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6 risposte a Il treno nei libri: Poche parole, moltissime cose

  1. alemarcotti ha detto:

    Libro bellissimo… Questa rubrica sostituisce i pendolari egregiamente☺💗

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  2. Guido Sperandio ha detto:

    Treni, sempre treni… ma adesso se è vacanza, vacanza sia! Aspetto belle foto di topless!!!!

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  3. stravagaria ha detto:

    Oh che tenerezza! Hai portato in vacanza anche quel bel bottoncino! 😁

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